Settima Uscita

Alejandro Jodorowsky e la PSICOMAGIA
PAGINA 1
PAGINA 2
Londra (Regno Unito)
GHERKIN BUILDING

Avviata nel 2011 da Norman Foster e da Ken Shuttleworth fu completata nel 2004: conosciuta come il Cetriolo il 30 St Mary Axe è un edificio postmoderno sito nel cuore della City.
Oltre che per la forma particolarissima ed i suoi 180
metri colpisce per il fatto di essere stato edificato là dove un tempo sorgeva
il Baltic Exchange ovvero una società che gestiva il mercato mondiale per la vendita
di navi. Sappiamo però che l'IRA nel 1992 fece esplodere una bomba che
danneggiò l'edificio e nonostante le polemiche di ricostruzione seguendo i
canoni di quello precedente avvenne che la Baltic Exchange nel 1995 cedette
l'area alla Trafalgar House. Poi nel 1996 la Trafalgar House pubblicò il
progetto sino a renderne ufficiali i lavori sino alla completa attuazione nel
2004 che portarono a vincere il RIBA Stirling Prize. Oltre al risparmio
energetico ed ai massimi valori di illuminazione l'edificio resiste ai venti
poderosi del nord attraverso un tessuto di strutture triangolari che
solidificano le pareti sino all'unico vetro curvo a lente posto come copertura.
Nel 2005 lo Swiss Re è stato considerato uno degli edifici più ammirati al
mondo.
Berlino.
Museo di fotografia
Fondazione HELMUT NEWTON
LEGACY

Inizierà il 31 ottobre del 2021 e si protrarrà sino al 15 maggio 2022 la mostra sul grande genio della fotografia in occasione del suo centesimo compleanno: dal 31 ottobre del 1921 ed avverrà proprio nella sua fondazione ove il tutto si concentrerà sulla moda e le icone che toccano il nudo e la serie dei ritratti.
Oltre trecento fotografie la mostra offrirà al visitatore la possibilità di conoscere da vicino aspetti altrimenti obliati della sua vita corredata di aneddoti, di conoscenze e coincidenze che hanno trasformato l'arte del guardare in arte di vita e bellezza.
Newton è forse considerato uno dei più grandi maestri del '900.
PAGINA 3
STEVE McCurry
ANIMALS

Torino torna alla ribalta in autunno pensando ad un mostro sacro della fotografia internazionale: la Palazzina di Caccia di Stupinigi infatti dedicherà un'ampia retrospettiva a STEVE McCURRY.
Dal 27 novembre al primo maggio infatti proprio nella cornice della palazzina sabauda McCurry darà il suo contributo alla rappresentazione fotografica del mondo degli animali.
Una serie di istantanee infatti ci distaccheranno dal McCurry narratore visivo della guerra del Golfo o dei volti, degli sguardi, delle pose naturali oramai divenute celebri.
Flora e fauna diverranno i protagonisti indiscussi della mostra intersecando le storie di vita quotidiana spaziando da argomentazioni varie come la coesistenza dell'uomo con l'animale e dell'animale con l'uomo sino al margine della sopravvivenza.
In realtà questo progetto origina nel 1992 quando il fotografo si ritrovò nei luoghi della Guerra del Golfo ed immortalò scene di animali come i cammelli che attraversavano le zone con i pozzi petroliferi in fiamme o come gli uccelli completamente contaminati dal genere umano. Foto di denuncia e di ampia condanna che hanno il compito di sensibilizzare.
In
questo ovviamente il maestro americano non ha eguali: la sua capacità di
mostrare attraverso il silenzio, le pause, le dilatazioni frammentate di
emozioni altrimenti nascoste: i deboli, gli ultimi, i reietti sono spesso i
protagonisti anonimi di questo Genio indiscusso.
La sua capacità di portare in superficie la sofferenza dal solco di una ruga, da un dettaglio di uno sguardo colto in quel determinato istante.
Come abbiamo spesso visto di lui le donne, i vecchi, i bambini, i disagiati, le diversità e le minoranze sono lo specchio di un mondo ingiusto, antidemocratico in cui multinazionali vivono sulle spalle dei più deboli, dei poveri, dei fragili.
Questa volta saranno gli animali i testimoni delle storture ambientali che vedono l'uomo animale razionale che utilizza il proprio ingegno anche e soprattutto per distruggere, per sopraffare ed assoggettare ai propri scopi e finalità.
Inquinamento, sfruttamento, riscaldamento globale sono gli sfondi inequivocabili di una denuncia sottesa mascherata dagli sguardi innocenti degli animali e delle creature da noi assoggettate.
McCurry è diretto e come sempre colpisce per questa sua capacità narrativa senza seconde vie o sotterfugi: per cinque mesi sarà possibile calarsi nei suoi universi costellati di armonia e disarmonia.
PAGINA 4
Breviario dello storico dell'Arte
I sette PILASTRI

Dopo I sette pilastri della saggezza pubblicato circa un secolo fa da T. E. Lawrence in cui veniva delineata l'autobiografia di un soldato britannico ai tempi della ribellione araba all'impero ottomano lo storico dell'arte Flavio Caroli torna a I sette pilastri dell'arte di oggi in cui descrive con estrema semplicità il controverso panorama artistico in atto mediato dagli slanci dell'arte che oramai rotea intorno a sette modi che da tempo regnano incontrastati: dal Pop all'Informale dalla Figurazione (ad esempio quella baconiana) all'Astrazione (dalle istallazioni all'uso del pc), dalle Avanguardie (Land, Minimale ed Arte Povera) sino al Body (Comportamentale o Performativa) sino infine a quella assemblativa degli anni '80 in cui fa da padrone l'eclettismo ed il video. Insomma una retrospettiva che guarda indietro e che le nuove tendenze non osano superare perché incatenate agli stilemi passatistici: questo revisionismo perdurerà finché le nuove generazioni resteranno incollate alle loro tecnologie.

Alla fine avverrà nel 2022: esattamente al primo ottobre 2021 sino al 26 febbraio 2022 presso il Mastio della Cittadella e prodotta da Navigare Srl attraverseremo i luoghi in cui visse Frida leggendo i suoi scritti ed entrando gradulemtne nel vivo della sua produzione artistica che spazierà dal multimediale al tattile.
La cosa interessante è che Torino aveva già programmato la mostra che
per la Pandemia era stata sospesa e di conseguenza annullata. Poi per ragioni
varie era stata realizzata a Roma e ancora a
Milano per tornare a nuova vita proprio nella nostra Torino.
Un giro strano eppure è tornata! Come non dimenticare la turbolenta storia d'amore con Diego Rivera ed i tormenti dell'anima della controversa pittrice messicana. Torino la desiderava ancora non avendola potuta gustare più di un anno fa.
E' una mostra immersiva che mira a far sprofondare il visitatore nelle atmosfere, nelle dimensioni e nel vissuto dell'artista americana attraverso la ricerca di oggetti, cose, utensili appartenuti sino agli abiti ed alla cura dei dettagli.
PAGINA 5
La Vetrina
Pierpaolo Mancinelli: Light Perception

La
VETRINA affronta l'artista aquilano Pierpaolo Mancinelli.
Anni fa ho avuto l'onore di farlo esporre nella galleria Rinascenza
Contemporanea della città dannunziana e di averlo presentato presso il Museo Sperimentale dell'Arte
Contemporanea de L'Aquila. Le sue città robotiche e la ricerca post-concettuale
dell'essenza mi spinsero a considerarlo unico nel suo genere ed
innovativo: in quest'opera ad esempio (Digital work printed on canvas) è la
luce a fare da padrona nonostante il principio di piegatura dello spazio e del
tempo. In questo senso il contrasto luminoso tra la luce e la tenebra
stabilisce una forma, una direzione, una proiezione dimensionale in cui lo
sguardo trova equilibrio. Connotazioni che lo immette direttamente nel gruppo
di Cyber artisti inseriti nel racconto meta-artistico che avverrà durante il
prossimo passaggio dell'asteroide 99942 Apophis: secondo questo presupposto
narrativo verrebbe costruito lo spazio RC3 meglio progettato come Seraféo; siamo
lieti di esporre su RC3 i suoi lavori: https://rc3.jimdosite.com.
PAGINA 6
POESOFIA
Alejandro Jodorowsky

Ricordo quando conobbi il maestro Alejandro Jodorowsky presso la Facoltà degli Studi di Torino e di quando andai a vedere per la prima volta i suoi film introvabili: rimasi letteralmente sbalordito per il modo in cui dissacrava il pubblico attraverso la rottura dei cliché propri del cinema e del teatro. Pensiamo a La Montagna Sacra (1973) in cui la ricerca della verità dei nove profeti come i nove pianeti del Sistema Solare tentano la via della purificazione attraverso un viaggio mistico con il loro Maestro spirituale interpretato dallo stesso Jodorowsky che li condurrà in cima alla montagna. Ognuno troverà sé stesso, le proprie verità e le proprie paure: eppure al limite della sopportazione e della proprie lotte interiori i protagonisti si vedranno svelare la verità tanto agognata. Il Mastro concluderà il film svelando le telecamere ed al pubblico che era parte di un film vero. Noi spettatori eravamo parte di questo esperimento e lo svelamento porta al decadimento di tutte le credenze iniziatiche acquisite sino a perdere qualsivoglia consapevolezza. Questo è il fulcro di tutta la sua produzione: da El Topo (1970) a Santa Sangre (1989) da Il Paese Incantato (1968) a Psicomagia (2019).
Lui che ha mostrato il teatro dell'assurdo: ricordo l'emozione innanzi ad Opera Panica (2001) ed alla Poesofia nel testo La Scala degli Angeli che divorai sin dopo lo spettacolo teatrale.
Fece una conferenza all'università e gli chiesi cosa pensasse della Natura. Lui rispose: "Todo es naturaleza, del atomo al universo, dentro y fuera de mi. Esto es maghia" (Tutto è Natura, dall'atomo all'Universo, dentro e fuori di me. Questo è magia") e si guardò attorno mostrando con le mani la grandezza delle cose nella sua piccolezza. Ne compresi lo spessore e la profondità.
Seppi poi dai giornali che si trasferì a vivere a Parigi dove era risaputo che leggesse i Tarocchi (Marsigliesi) attraverso i quali vedeva, sentiva, percepiva. Ha scritto libri, ha diffuso attraverso la propria esperienza diretta antichi insegnamenti mistici, alchemici, metafisici unendo le arti ed i linguaggi più disparati con l'unica intenzione di trasmettere la via della liberazione individuale.
In questo senso la profondità del suo messaggio è davvero sconvolgente così come la sua affezione al Cristo, agli Oracoli, ai simboli, ai sogni, agli incubi in cui il circo, i nani ed i pagliacci tornano a riempire i vuoti prima della grande illuminazione.
PAGINA 7
Riflessi pandemico-globali sul mondo dell'arte e della cultura
Il CLUB dei Direttori
Un pezzo dopo l'altro
Questo è troppo! Non basta l'epidemia per un'economia già ampiamente danneggiata come la nostra, non bastano i debiti nei confronti di altri Paesi che ci stanno divorando pezzo dopo pezzo o dell'incuria che abbiamo verso le nostre stesse risorse lasciando andare alla deriva interi complessi archeologici, quartieri di città senza poi parlare della mancata manutenzione ed a tragedie di cui non possiamo andarne fieri.
Ma il colpo di grazia avviene se ricerchiamo nel mondo dell'arte quei fattori che la stanno lapidando definitivamente: da una parte intere schiere di gallerie abbandonate al loro destino (ed in questo gruppo inserisco anche il mio spazio espositivo che dopo tanti sforzi sta per chiudere) dall'altra musei importanti sotto la direzione di stranieri. Partiamo da un punto saliente prima di addentrarci ulteriormente ed evitare equivoci: in queste affermazioni non c'è assolutamente alcun intento partitico, politico, ideale o nazionalistico ed escludo categoricamente la possibilità di attaccare anche in maniera subdola qualsivoglia provenienza geografica seguitando tendenze sovraniste, antieuropeiste o compagnia bella.
Questi principi a me non importano affatto eppure mi rendo conto che il numero dei direttori dei più grandi Musei d'Arte italiani siano guidati da maestranze internazionali. Facciamo alcuni esempi senza metterne assolutamente in discussione la professionalità o la correttezza di assunzione: Dio me ne scampi!
I casi più eclatanti? Alle Gallerie degli Uffizi abbiamo il direttore tedesco Eike Schmidt così come al Museo Nazionale di Capodimonte il francese Sylvain Bellenger od ancora ricordo Cecilie Hollberg alla Galleria dell'Accademia di Firenze o James Bradburne per la Pinacoteca di Brera a Milano e Gabriel Zuchtriegel al Parco Archeologico di Paestum. Mentre a Venezia a Palazzo Grassi è il francese Bruno Racine pensando persino al Teatro Alla Scala Manuel Legris e la lista potrebbe continuare. E' grave eppure il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo ha precedentemente affermato che questa scelta fosse un mix vincente per il sistema museale italiano. Mi spiace dissentire ma un territorio come il nostro meriterebbe personale italiano: partendo dall'idea che in questo benedetto Paese ancora esistano maestranze valide, intellettuali lodevoli o figure di spicco nel campo dell'arte che potrebbero tranquillamente occupare quelle mansioni a casa loro. No. Direttori stranieri anziché italiani. Ripeto non si tratta di osservazioni nazionalistiche: comprendo che figure di spicco provenienti dall'estero e con un curriculum da capogiro facciano invidia ma noi siamo un Paese che sta perdendo sul piano culturale la credibilità: abbiamo masse di Cervelloni in fuga che potrebbero restare in Italia senza andare a lavorare chissà dove.
Eppure per dovere di cronaca è giusto anche osservare il contrario: pensiamo a Massimiliano Gioni come direttore artistico al New Museum of Contemporary Art di new York così come Andrea Bellini direttore del centro d'Arte Contemporanea di Ginevra, Francesco Manacorda alla Tate di Liverpool od a Lorenzo Benedetti al De Appel Art Center di Amsterdam. Chiara Parisi a la Zecca di Parigi ed ancora a Francesco Stocchi per il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Paola Antonelli al Moma o Gabriele Finaldi alla National Gallery di Londra.
Ciò non basta a sanare il malcontento e il divario che
ci rende diversi dal resto del mondo: gli altri paesi hanno risorse e possono
permettersi investimenti significativi sino a sperimentare dipartimenti o
sezioni museali sperimentali in cui arruolare personale extranazionale. Nel
nostro caso invece siamo una nazione debole che può permettersi di uscire ( se
lo volesse davvero) dalla crisi rimboccandosi le maniche e dando lavoro alle
schiere di disoccupati (soprattutto laureati ed intellettuali che emigrano) evitando
così l'imminente catastrofe che si verificherà con lo sblocco dei
licenziamenti! A differenza dei colossi nominati sopra la nostra amata nazione
deve ripartire da quello che ha evitando di vendere le proprie risorse,
svendere ai migliori offerenti le nostre ricchezze, i nostri marchi e
soprattutto fare in modo che il Made in Italy venga difeso sul piano
import/export senza badare a spese. Non credo nella scelta aperturista del
Ministro perché non deve essere certo la capacità manageriale di un direttore
straniero ad avvalorare il senso di una tradizione storico artistica come
quella che possediamo da millenni tantomeno dobbiamo consentire alle altre nazioni
di comprarci pezzo dopo pezzo sino poi a farci comandare entro i nostri
confini: d'altronde lo stiamo già ampiamente consentendo con i prestiti che la
nord Europa ci sta consentendo sino al 2027 poi chissà. Al momento la vedo
dura: ragion per cui dissento da questa scelta azzardata di affidare l'arte
italiana a coloro che venivano ad ammirarla e propongo invece di ridare ai
figli di questa nobile nazione i propri diritti
PAGINA 11
Oltre la morte
Sulle Ali del vento
La dea delladanza
Quando è morta Carla Fracci molta gente si è raccolta per i suoi funerali a Milano.
Era considerata la divinità per eccellenza della danza poiché aveva ballato in tutto il mondo portando la sua grazia, la sua serietà, autorevolezza ed eleganza su tutti i palcoscenici prestigiosi del globo.
Dal London Festival Ballet al Balletto di Stoccarda sino all'American Ballet Theatre.
Ha danzato con mostri sacri del calibro di Rudolf Nureyev ad Alexandre Godunov, da Vladimir Vasiliev a Roberto Bolle.
Non sarà dimenticata facilmente dal suo pubblico ed
ammiratori di tutto il mondo dello spettacolo. Collaborò persino con le fiction televisive e dal cinema sino a dirigere il corpo di ballo dell'Arena di Verona e membro dell'Accademia delle Belle Arti di Brera.
Sino al 2010 ha diretto il corpo di ballo del Teatro dell'Opera di
Roma sino poi ad altrettante collaborazioni o libri che raccontavano della sua
formidabile carriera.
Era nell'ambiente dell'arte considerata la dea della danza ed all'età di 84 anni dopo una lunga lotta contro il tumore si è spenta nella sua casa di Milano.
Sì la nostra dea prima di arrivare così in alto ha
lavorato molto: di umili origini (il padre sergente maggiore degli alpini e la
madre operaia presso la Innocenti di Milano). Durante la guerra sfollarono
verso la campagna di Volongo sino al trasferimento presso la zia per poi
tornare a Milano seguendo suo padre che aveva trovato lavoro come bigliettaio.
Fu presa alla Scala e dopo tanto lavoro sino all'incontro con Margot Fonteyen
che cambiò il suo destino. La ragazza piena di doti spiccò il volo e divenne una
dea: ora ci guarda da lassù

Cinema Italiano
Cattivo Poeta
Con Sergio Castellitto

Film controverso ma riuscito: Gianluca Iodice ha
trasformato Sergio Castellitto nel Vate senza tempo, nell'eroe che volò su
Vienna e fece l'impresa di Fiume. Il film è ambientato proprio nel momento in
cui Giovanni Comini viene trasferito a Roma per una missione delicata che
consisterà nel vegliare sul poeta Gabriele d'Annunzio affinché il regime possa
sorvegliarlo più da vicino e diventi innocuo nella sua splendida casa/prigione
concessagli dal Duce per tenerlo lontano dalla politica. Nell'anno 1936 si
pensava che l forza dell'ardito poeta potesse diventare un'alternativa
ideologica, politica ed attiva del nazionalismo italico e questo poteva creare
turbolenze all'interno del regime fascista. Addirittura Mussolini temendo che
potesse minare la stabilità del patto tra Italia e Germania, lo isola, lo
controlla, lo reclude allontanandolo dal centro nevralgico del potere
internazionale. Da questo momento il vate trasformò l'edificio nel Vittoriale
che donò agli italiani: un capolavoro di architettura, pittura, arte, design in
cui il poeta amò, creò, scrisse e visse circondato dalle sue muse e dai sogni
di grandezza e decadenza. Come definito da Giordano Bruno Guerri direttore del
Vittoriale durante le riprese Castellitto si è trasformato diventando
addirittura più piccolo. Film davvero indimenticabile!
PAGINA 12
Dalla Strada all'Eurovision Song Contest
Effetto: ManeskinMica male per questa giovane Rock band formatasi nel 2016 a Roma composta da quattro giovani (Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio) che suonavano per strada facendo cappello. Notati per le loro qualità artistiche parteciparono all'undicesima edizione di X Factor sino a firmare un contratto con la Sony Music. Da qui alla vittoria al festival di Sanremo è breve e dopo la vittoria inaspettata la corsa all'Eurovision Song Contest svolto a Rotterdam in cui hanno sbancato.
Molti li hanno apprezzati meritatamente, altri li hanno tartassati
dicendogliene di tutti i colori. Infine un giornale francese che accusa
ingiustificatamente Damiano di fare uso di droga. L'onestà di questi ragazzi è stata
sorprendente: nonostante un test hanno dimostrato la loro innocenza. Era palese
che fossero puliti eppure nessuno li ha difesi a spada tratta: per fortuna che
non avessero nulla da nascondere! Giovani, belli, intraprendenti segnano
finalmente la rottura con la vecchia kernesse romantica di testi ripetitivi: a
metà strada tra il Pop e Funk Rock i quattro spaccano il palcoscenico
travestendosi, portando vitalismo ed energia proprio ora che il nostro Paese è
caduto nell'immobilismo culturale. Sono riusciti in un attimo a svecchiare i
vecchi schemi: il loro messaggio è chiaro perché invitano a svegliarci e di non
restare incollati sui nostri divani.
Il pubblico ha bisogno di una sana ventata di aria fresca, di eroi /antieroi, di musicisti arrabbiati e di giovani pieni di vita e che ci diano la forza di alzarci!.

PAGINA 13
ELISEIDE. La Trilogia
Nell'anno 2016 elaborai questa trilogia di fantascienza caratterizzata da diversi piani di elaborazione: il libro è così strutturato [Inizializzazione - Prologo - (Libro primo) - Lapsus Intertestuale - (Libro secondo) - Lapsus Inteterstuale - (Libro Terzo) - Epilogo - Post-Epilogo - Terminalizzazione].
Processo che mi ha dato la possibilità di semplificare una mia vecchia teoria elaborata ai tempi dell'Università: la Pluriversalità. In questo testo trova il rapporto sincronico di differenti personaggi che vivono contemporaneamente su diversi piani galattico-dimensionali: eppure ad un certo punto si fa strada una sorta di risveglio, di consapevolezza generale che spingerà l'Entità eternamente destinata a cadere nell'Erebo a prendere coscienza di Sé e comprendere di far sognare la vita di ogni cosa che crede d'essere tale.
Il divino, l'immortale senza sonno vive così tutte le esistenze sino a quella di un androide che a bordo dell'Arcan giunge ai margini dell'Universo racchiuso in una provetta. Questa fiala sarà la causa di una guerra spionistica tra le nazioni oramai destinate all'inevitabile sfacelo che distruggerà l'esistente.
Eppure in tutto questo esiste una via capace di
cambiare le sorti dell'inevitabilità trasformando il causale in casuale e la
lotta contro le tenebre si ritrova nuovamente a cadere nell'abisso senza fondo.
Arte del Fumetto
Andrea Pazienza

Andrea Pazienza è stato uno dei più grandi fumettisti d'ogni tempo: disegnatore, pittore, illustratore.
Classe 1956 di San Benedetto del Tronto andò a studiare a Pescara dove frequentò il liceo Artistico tornando ogni fine settimana a casa e successivamente si iscrisse al corso di laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo di Bologna: qui frequentò altri artisti come Enrico Palandri e Filippo Scozzari con cui entra nel gruppo della rivista Cannibale a cui accederà anche Tanino Liberatore. In questo clima prendono forma soggetti come Pentothal. Ispirato alla contestazione bolognese di quegli anni.
Fu ispirato dal Movimento del '77 per poi spaziare dall'insegnamento nella Libera Università di Alcatraz di Dario Fo e poi nella scuola di Fumetto e Arti grafiche Zio Feininger fondata da Brolli.
Partecipa a manifesti cinematografici ed alla realizzazione di videoclip sino a scenografie per spettacoli e locandine. Partecipa a mostre d'arte come quella della Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna, a Milano ed a Roma.
In questa fase di successi inizia la sua dipendenza dalle droghe da cui si allontanerà nel 1984 anno in cui sposa Marina Comandini. Le ragioni della sua morte sono ancora ignote: fu trovato morto nel suo bagno a Montepulciano nel 1988.
Zanardi è un suo personaggio protagonista di una serie che esordì nel 1981 in cui rappresentava la generazione dei paninari degli anni '80.
Massimo Zanardi è detto Zanna, un giovane secco, dal naso aquilino ripetente in un liceo scientifico bolognese: è un cattivo, cinico senza valori e ideali.
Una sorta di antieroe senza scrupoli: tende all'isolamento, alla solitudine, alle droghe, al furto persino all'omicidio.
Sembra rappresentare una generazione senza futuro in cui i nostri valori tradizionali stavano per essere messi in discussione sino poi a soccombere e spingerci nel baratro in cui siamo caduti oggi.
Era l'epoca in cui le contestazioni giovanili dicevano no ad un sistema
che aveva fatto tanto per portare benessere, ricchezza e cultura alle masse:
sembrava infatti che quegli anni non sarebbero mai trascorsi e che il mondo non
sarebbe mai cambiato. Pensiamo alla caduta del muro di Berlino, pensiamo alla
fine della Guerra Fredda ed al senso di benessere globale, all'Europa,
all'occidente che aiutava i paesi del Terzo Mondo. Ebbene quella generazione è
stata risucchiata dalle sue stesse credenze ed alla fine dal sogno occidentale
ci siamo svegliati ritrovandoci così nell'era del Covid.
PAGINA 14
Aste da capogiro:
Questa volta è toccato a
Rothko

Questa volta è toccato ad un dipinto senza titolo di Mark Rothko: alla casa d'aste Christie's l'opera è stata battuta per un valore di trentatré milioni di dollari.
Quando si parla di simili cifre si scatenano polemiche non indifferenti: si pensa ai bisognosi, allo spreco di denaro ed alla differenza esistenziale tra i pochi che possono permettersi simili follie e le masse che in tempi come questi non sanno come arrivare a fine mese.
Eppure l'opera appartiene al periodo finale del pittore americano: il 1970 fu l'anno della sua morte e questa rappresenta il suo penultimo sforzo dopo aver patito un aneurisma negli anni precedenti ed aver oramai deciso di togliersi la vita.
Fatti privati che hanno condensato intorno all'opera senza nome di raggiungere vette esorbitanti che ci lasciano esterrefatti di fronte a tale traguardo.
Eppure è andata così. Come sempre affronto questo settore altrimenti adombrato delle aste per dimostrare l'abisso che intercorre tra l'arte di tutti i giorni (quella delle tradizionali gallerie) e quella oramai sconsiderata in cui vengono investiti milioni di dollari.
E' proprio il caso di dire che l'arte non abbia prezzo come non ha avuto
prezzo la sofferenza dell'artista che con questo dipinto svelava una finestra
verso la morte aprendo un varco senza luce o speranza.
Critica della Critica
EFFETTI della CENSURA
LIBERTA' di Espressione:
Dal Linguistic Turn
al Linguistic double pike
Esattamente un secolo fa nel 1921 fu scritto il Tractatus Logico-Philosophicus di Ludwig Wittgenstein che dava una svolta linguistica secondo cui i positivisti logici spingendosi oltre la metafisica anelavano ad un discorso prossimo alla scienza per giungere ad una sorta di linguaggio ideale definito dalla filosofia come Linguistic turn. Ora invece siamo caduti nel Linguistic double pike secondo cui qualsivoglia tematica delineata sarà costellata dall'utilizzo di parole specifiche e dalla progressiva censura di altre.
E' paradossale che proprio nell'era dei social network che davano l'illusione della libertà assoluta oltre che la possibilità di controbattere su qualsiasi argomentazione (non sempre nei limiti dell'educazione) abbia gradualmente preso una via differente: algoritmi stabiliscono sempre più il valore delle parole, il peso di immagini o video che se considerati scomodi vengono oscurati bloccando temporaneamente i profili degli autori di questi prodotti considerati negativamente.
Da una parte è corretto questo tipo di intervento seguendo un principio di moralizzazione, di privacy, di norme legate alla dignità, all'educazione ed al rispetto delle persone dall'altra però potrebbe scadere in una sorta di graduale censura che miri sempre più alla perdita di libertà di espressione: come è possibile mettere ad esempio dei freni al valore espressivo di un'opera d'arte? Ad esempio una fotografia di nudo in cui dovessero essere scoperte parti intime in una posa elegante eppure considerata indecente dall'algoritmo che la farebbe conseguentemente sparire dalla pagina social. Per l'artista risulterebbe un comportamento ingiustificato da parte di una società di marketing che nega ad un suo utente di poter utilizzare liberamente il proprio profilo per condividere le proprie opere d'arte.
In arte il limite tra lecito ed illecito, accettabile ed inaccettabile così come tra corretto o scorretto è labile: quel che conta è il rispetto della decenza ma non dovrà questo paradigma scardinare il senso stesso della libertà di espressione.
Si comincia sempre da qualcosa di insignificante per poi finire con il
limitare, in nome del giusto, del politicamente corretto e della morale.
PAGINA 15
Quinn ed il conflitto corporeo
Artista controverso e dinamico Marc Quinn fa parte del ghota dei geni ribelli contemporanei che ha spezzato le catene con il passato cimentandosi con la modernità e con il concettuale: ha usato di tutto dal sangue alle feci, dal ghiaccio ai materiali rari per la realizzazione di sculture che hanno fatto il giro del mondo. Sappiamo che sia nato a Londra nel 1964 e che da sempre abbia messo al centro la conflittualità naturalistica con quella culturale che gravita intorno al corpo: dalle amputazioni al gigantismo, dal giardino ghiacciato installato per la Fondazione Prada di Milano al ritratto di John Sulston a Londra seguitando tracce genetiche contenute in gelatina raffreddata sino alla sequenza di sculture in cui celebra attraverso l'utilizzo pregiato del marmo persone con arti amputati.
E' il caso di Alison Lapper nata senza braccia e con le gambe troncate. In questo caso utilizzò circa quindici tonnellate di marmo e rappresentata in gravidanza.
L'opera ovviamente ha fatto discutere nell'ambiente critico anche se poi è stata utilizzata per aprire nel 2012 le paraolimpiadi estive.
Sicuramente il desiderio di stupire è una delle caratteristiche
dell'artista britannico che intellettualmente vuole far riflettere il pubblico
sul senso del bello, dell'attraente così del brutto, del ripugnante e del
grottesco: l'arte ha il compito di mettere in mostra, di svelare, di esaltare
attraverso materiali e gigantismo sino al parossismo ed all'eccezionalità.

Alison Lapper , The Fourth Plinth (2005-2007)