Quindicesima Uscita
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Un tema sempre attuale nell'arte:
NAUFRAGHI
La zattera della Medusa (1819) Théodore Géricault
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PAGINA 2
Senior Housing (Copenhagen)
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Il quartiere danese di cui parliamo si trova sull'isola di Amager che già a partire dal 2016 vantava oltre diecimila abitanti situato a qualche chilometro dal centro di Copenhagen.
Questo complesso abitativo vanta una serie di edifici
come l'Auditorium progettato da Jean Nouvel così come la Senior Housing realizzata
da JJW Architects in cui l'alternanza di volumetrie dinamiche si articolano in
agglomerati verticali dai colori accesi che armonizzano la monotonia della
periferia. In questo senso Urban, Street, Industrial si fondono; spicca il
Bella Sky Hotel progettato dallo studio 3XN Architets in cui due torri
inclinate e collegate da un ponte interamente fatte di vetro; ancora il Crowne
Plaza Copenhagen Towers progettata dallo
Studio Dissing+Weitling con la collaborazione di Norman Foster. Ancora 8 House progettato dallo studio BIG ed i
balconi a punta della VM House e la Mountain Dwellings oltre che il Museo
Ebraico e l'Acquario di Norman Foster per non parlare del Teatro dell'opera di
Henning Larsen. Questo polo abitativo ad uso ufficio costituisce uno dei punti
di riferimento della città nuova spingendo l'attenzione verso l'iper-modernità
con energia ad uso sostenibile in cui la preziosità dei materiali e delle
tecniche realizzative di distinguono notevolmente.
PAGINA 3
REACHING FOR THE STARS.
Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom - Boakye
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La Fondazione Palazzo Strozzi ospiterà a partire dal 4 marzo fino al 18 giugno una mostra intitolata Reaching for the Stars. Da maurizio Cattelan a Lyinette Yiadom - Boakye in cui assisteremo ad una serie di opere di maestri dell'arte contemporanea: ci saranno i lavori non solo di Maurizio Cattelan ma anche di Josh Kline, Sarah Lucas, Cindy Sherman, William Kentridge. Non dimentichiamo Damien Hirst, Lara Favaretto ed ancora Berlinde De Bruyckere sino a Lynette Yiadom - Boakye. Le grandi stelle dell'arte contemporanea tra pittura, scultura , fotografia ed istallazioni si avvicenderanno nelle fantastiche sale di Palazzo Strozzi: finanziata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è una mostra che tenta la visualizzazione degli ultimi quarant'anni di sperimentazione tra video e performance sprofondando nelle dinamiche delle ultime generazioni.
In questo senso si alternano prestigiose collezioni italiane con artisti
provenienti da tutto il mondo per sensibilizzare le nuove generazioni
artistiche alla neovisualità ed al desiderio di creare.
Dal Piano nobile alla Strozzina sino alla nuova installazione per il cortile rinascimentale Palazzo Strozzi è pronto a confrontarsi con gli artisti internazionali dell'arte contemporanea: dal post-moderno al concettuale, dal post-concettuale alle nuove tendenze dei linguaggi attuali Firenze sperimenta il gusto contemporaneo.
Analisi del testo
IL Capitalismo della Sorveglianza
di Shoshana Zuboff
Shoshana Zuboff è una ricercatrice statunitense laureata in psicologia sociale presso l'Università di Harvard oltre che autrice di numerosi saggi. La sua visione dei sistemi di ingegneria sociale prevede tematiche come le economie di azione, il potere strumentale così come la civiltà dell'informazione. A partire dagli studi sull'astrazione del lavoro è giunta nel 2019 a ricevere l'Axel - Springer Awards. L'opera in questione è del 2019 e stabilisce i parametri del nuovo oridne sociale detrminato dall'Intelligenza Artificiale sino alla creazione di prodotti predittivi capaci di predire, preannunciare e predefinire cosa faremo nell'immediato generando in questo modo il cosiddetto mercato dei comportamenti futuri. Seguendo questo schema esiste un algoritmo che filtra le informazioni mentre noi ad esempio usiamo piattaforme come Facebook per mezzo delle quali tali informazioni che noi liberamente/spontaneamente rilasciamo possono essere analizzate/controllate; atto non vincolato dal super-controllo dei governi. Seguendo questa indagine che vede la volatilità delle nostre informazioni che liberamente possono essere violate riducendo al minimo il concetto di privacy e libertà prosegue osservando Google portando poi l'attenzione a Amazon e Microsoft. Lo spostamento di attenzione avviene nel momento il lettore comprende di essere lui il prodotto a prescindere dalle sue informazioni.
A questo punto svela che i veri clienti dei capitalisti della sorveglianza siano proprio le aziende che operano nel mercato dei comportamenti futuri secondo una linea che consente a questi di sapere tutto di noi mentre noi non siamo in grado di avere informazioni sulla loro reale esistenza. Alcuni negano la reale situazione storica che ha concesso alle multinazionali di uniformarsi mediante la tecnologia entrando nelle vite dell'individuo: la strategia è stata quella di mettere al centro l'ego del soggetto pensante con un'identità capace di far rivivere in rete le esperienze della vita quotidiana. Pensiamo alle esperienze di Facebook alimentato anche da Storie e Reel op da Avatr che proiettano l'individuo alla creazione di un met-individuo pronto per il processo successivo ovvero l'accesso al Metaverso; dall'altra parte ai cinguettii più rapidi di Twitter od alla progressiva scomparsa delle parole ma alla esclusiva potenzialità delle immagini che vediamo su Instagram. Per una via o l'altra le nostre vite fatte di attimi, di cene, di pranzi, di elementi privati vengono messe al primo posto e diffuse dall'intelligenza che noi nutriamo di dati e informazioni. Sanno come vestiamo, cosa pensiamo, dove siamo attraverso geo-localizzatori e prevedono il nostro comportamento, i nostri spostamenti. Le nostre idee sono diventate di tutti. Questo cambiamento segna una rivoluzione totale nel modo di intendere la realtà nella speranza di farla venire in superficie e di non appiattirne lo schema esistente. Il testo è allarmante perché descrive accuratamente i processi di trasformazione in cui siamo piombati.
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PACE. La parola vuota
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Che disfatta l'umanità. La generazione che visse il disastro del secondo conflitto mondiale oramai è sparita o quasi mentre quella successiva che vide i vincitori spartirsi il mondo non dimenticherà il rischio nucleare scampato per poco sino alla mia illusa dalla propaganda massiccia della distensione. Tutti abbiamo creduto nella pace e invece? Abbiamo visto muri crollare e politici stringersi la mano. Ingenui. Settantasette anni fa le potenze che avevano fermato Hitler si spartirono il mondo mentre il titano asiatico dormiva. Parole vuote mentre in questo momento guerra, pandemia e recessione dilaniano la realtà. Pace, nient'altro che pace: questa oramai è una parola vuota. Che disfatta! Il sogno di un mondo civile si è infranto. Hanno fallito i politici con le loro promesse, gli scienziati con le certezze, i mistici con le speranze. Abbiamo fallito noi nel crederli o nel delegare le nostre speranze. Sembrava finito l'incubo della guerra totale quantomeno ridimensionata a fenomeni locali, invece no! Possiamo chiamare la sconfitta in maniera diversa: seconda guerra fredda, terza guerra mondiale e quarta rivoluzione industriale, tornando così indietro di oltre un trentennio. La miccia su cui stanno soffiando la Nato e l'Europa è talmente pericolosa da avere conseguenze catastrofiche: si è aperto uno scenario raccapricciante che non avrà vincitori ma la decimazione sistematica del genere umano. A prescindere dalla questione del territorio ucraino si sono generati schieramenti opposti e militarmente pronti allo scontro che prima o poi faranno il passo decisivo verso il baratro perché del popolo ucraino non importa davvero ai detentori del potere: donne anziani, bambini sono le vittime innocenti oltre le migliaia di soldati di entrambe le fazioni che lordano di sangue un pezzo di terra. Non comprendiamo che la resa dell'Ucraina rappresenterebbe un momento di distensione per il mondo? Davvero gli strateghi dell'intelligence non afferrano le intenzioni dell'autocrate russo motivato a riprendersi quanto stabilito dagli accordi post-bellici dell'ultimo conflitto mondiale? Davvero crediamo nella pace cristica inviando armi? Se l'esercito Russo non utilizza armi letali è solo per neutralizzare obiettivi sensibili e generare posizionamento per lo scacchiere successivo. Questo ovviamente è solo il principio di una nuova divisione tra Est ed Ovest, tra blocchi multinazionali azionati da superpotenze spietate che attraverso l'incessante propaganda spingeranno masse a credere nei valori assurdi e mettendo di nuovo gli uni contro gli altri porteranno l'umanità allo sfacelo. La sperimentazione della propaganda incessante, dalla mono-informazione all'indottrinamento è avvenuta durante la pandemia ed ora giungerà al suo compimento con la guerra. I cicli dell'economia creano e distruggono gli scenari internazionali mediante processi inflazionari e deflazionari, attraverso recessioni e spostamenti di capitali tra cui le masse inconsapevoli: semina e raccolta. La guerra attiva la stasi. Qui non è questione di valutare le ragioni dell'uno o dell'altro: innanzi alla morte queste ragioni decadono e tutti diventiamo complici dello scempio. Cambiano gli equilibri economici, le risorse ed i partner finanziari per il rifornimento di energie che abbiamo deciso di non produrre mentre i magnati si ingrandiranno e le genti soccomberanno a questa nuova mietitura. Dovremmo ragionare pacificamente anziché dare rifornimenti militari ad una nazione di resistenti che ci trascinerà inevitabilmente nella Terza Guerra Mondiale.
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La VETRINA
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Salvatore Chessari: The DOG
La VETRINA di questo numero affronta The Dog ovvero l'artista Salvatore Chessari autore di questo dipinto donato dall'autore stesso al Critico d'Arte Andrea Domenico Taricco. L'opera facente parte della collezione privata di Rinascenza Contemporanea è catalogata come Opera n°3 Collezione.RC. L'opera riprende in una posa statica il taglio fotografico di un volto trasognato in cui l'espressione romantica, pensante, lontana rievoca nell'esperienza personale l'immagine della donna angelicata che ha fatto parte della mia esperienza sentimentale. Quando all'artista confidai la somiglianza del soggetto con la mia compagna di allora fu felice di donarmela. Lo ringraziai con tutto me stesso ed ora l'opera è custodita gelosamente nel mio luogo per eccellenza: la Serafica. In questa sede torinese, Zenith assoluto del mio lavoro nella terra natìa ha sede Il Periodico d'Arte e qui vengono custoditi alcuni lavori che hanno rappresentato il mio lavoro in gallerie italiane come al salotto dell'Arte dove conobbi l'artista facente poi parte della Post-Avanguardia Italiana per giungere poi al Virtualesimo pescarese. Connotazioni che lo immette direttamente nel gruppo di artisti inseriti nel racconto meta-artistico enunciato nel quarto Libro della Pentalogia della Natura detto AION. Il Tetramorfo:
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Il genio pensatore
Dalla parte degli emarginati
Un secolo fa venne alla luce Pasolini. Sia chiaro, detesto celebrare le ricorrenze così come elogiare le persone per ciò che sono state e per ciò che hanno fatto: la pratica commemorativa alla quale siamo abituati non è nelle mie corde eppure non passa indifferente che proprio cent'anni fa sia nato il poeta decadente di "Ragazzi di vita" e di pellicole come "Mamma Roma", "Accatone" o blasfeme come "Salò o le 120 giornate di Sodoma". Anarchico-borghese dalla parte delle minoranze e dei reietti, critico verso la sinistra e scomodo alla destra, marxista sicuramente sino a divenire diffidente per un comunismo di facciata che lo cacciò dal partito quando seppe della sua omosessualità. Un intellettuale diffidente. Ecco perché ne parlo. Dalla sua poetica letteraria a quella filmica fu un contestatore acceso, critico verso gli ismi d'ogni sorta che lo resero antimoderno ed al tempo stesso scomodo perché distante dalle parti che lo rispettavano. Cosa avrebbe pensato di in un tempo oscuro come questo? Avrebbe sbandierato il fallimento della democrazia, della perdita dei diritti dell'umanità così come avrebbe condannato la punizione inflitta ai disobbedienti. Avrebbe alzato sicuramente la voce per denunciare l'emarginazione dei pochi, degli esclusi dalla vita sociale a causa di scelte individuali. E della guerra? Avrebbe accettato lo scontro tra popoli fratelli per l'interesse di pochi? Sicuramente avrebbe compianto le file umane di persone in fuga dalla guerra così come dei paesi di tutto il mondo che collaborano ad armare i resistenti anziché distoglierli mediante la politica della distensione e della pace.
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Chiunque versi sangue da una parte e dall'altra o che giustifichi un'azione simile pur restando immobile ne diviene complice. Aizzandosi a vicenda gli schieramenti alzeranno la posta in gioco e questo primo passo porterà a quello successivo e da quello alla catastrofe. Non vi è scampo! La pandemia ci ha digitalizzati e la guerra trasformerà le vecchie tecnologie perché in ballo c'è l'energia ed i sistemi di trasmissione della stessa; c'è chi la vende e chi la compra, ci sono gli interessi, i capitali. Dal distanziamento sociale al razionamento energetico tra vaccini, armi e tasse siamo allertati perpetuamente. Strumenti di una cultura mutevole e controllata che spazzera' via tutto. Di noi e del nostro tempo non resterà niente. Pasolini lo aveva predetto additando la tirannia silenziosa della società dei consumi che ci stava comprando mentre ci omologava e che ora è venuta a reclamare il conto. Di questi tempi resteranno impressi i volti di quelle donne e di quei bambini in fuga dalla guerra, di quei barconi carichi di vite umane provenienti dall'Africa, dei corridoi degli ospedali intasati e del perpetuo bollettino con il numero di morti che ci affligge. E della cultura della cancellazione cosa avrebbe pensato? Avrebbe sicuramente additato il tentativo occidentale di ghettizzare tutto ciò che è russofilo a prescindere dalla guerra in corso difendendo le minoranze, i reietti, gli esclusi. La discriminazione è provocata dall'egoismo umano e chi la pensa diversamente è esiliato! Pasolini era e resterà sempre dalla parte degli emarginati.
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Riflessi post-globalisti sul mondo dell'arte e della cultura
Il Black OUT
La nuova cortina di ferro
Sarò breve. In questo numero de Il Periodico d'Arte non affronterò esplicitamente il tema della guerra diffusamente discusso dai telegiornali, dai media e dalle persone in generale; gli esperti del virus ora hanno cambiato tematica e spiegano scenari bellico - militari; tutti parlano in pompa magna fuorché di come le cose stiano veramente perché semplicemente non sanno. La motivazione di questa mia scelta è semplicemente il rispetto per chi sacrifica la propria vita per un ideale oltre ogni colore, bandiera ed orientamento. Magari più avanti affronterò il tema ma non adesso.
Eppure, nonostante l'incertezza delle teorie decretano tutti verità additando chi come loro non la pensa affatto cadendo così nella trappola dei poteri forti e di un manipolo di autocrati che ha sperimentato la discriminazione, l'emarginazione e l'odio dapprima col virus ed ora con la guerra. E la libertà di opinione dove è finita? E l'autodeterminazione? Lo spirito critico è caduto nell'oblio e questo deve essere sostituito dal mantra della propaganda perpetua. Quindi farò qualcosa di diverso in queste ore cruciali in cui altrove c'è gente che soffre davvero: le rispetterò col mio silenzio. Perché sia i russi che ucraini sono nostri fratelli: uomini, donne, bambini muoiono e moriranno! Perché non portiamo la pace anziché schierarci? Siamo sull'orlo di un disastro nucleare!
Dunque taccio. Questa scelta di parlare esclusivamente d'arte giunge in un momento difficile inaugurato dal biennio pandemico complicato ora dalla follia di popoli in guerra tra loro. Non ci sono i buoni e cattivi ma persone che sono autorizzate a uccidersi, ad innocenti che vedranno lo scempio e famiglie distrutte mentre i potenti resteranno tali e stipuleranno poi accordi di pace. Come Cuba sessant'anni fa ora l'Ucraina definisce un nuovo scenario di scontro spostando la Cortina di Ferro tra Est e Ovest più a oriente. Sembrano di ieri le immagini del muro di Berlino distrutto a picconate in nome della libertà mentre oggi la corsa di tutti i popoli agli armamenti lo ricostruisce pezzo dopo pezzo annientando il sogno di pace e riportando così la Guerra Fredda ad un nuovo drammatico capitolo. Popoli schierati dunque da persone indottrinate per colpa di generazioni inette che hanno fallito nel loro progetto di pace perché spaventate dallo show della malattia e della morte. Non cadiamo nel tranello della discriminazione e dell'odio, non giudichiamo l'altro per le sue scelte, la sua provenienza o la sua diversità: l'arte rappresenta questo black out generale dagli stereotipi preconfezionati ad hoc da coloro che vogliono dividerci. Dunque che sia l'arte a distrarci almeno per un attimo dall'incubo della realtà.
Seguendo questi schemi ideologici sembra di tornare ai surrogati ideologici di Christopher Lasch il quale nel suo testo celebre intitolato L'Io minimo sostiene che all'io sovrano di un tempo sia seguito l'io minimo della contemporaneità dove la condizione di soggetto di una realtà industriale sotto la guida di poteri globali e di una mente globale abbia definito il graduale impoverimento economico. In questo quadro generale fatto di immagini e tecnologia l'identità personale è decaduta perdendo la propria sovranità ed il narcisismo precedenti: in questa dimensione post-industriale dice" Non saranno né Narciso né Prometeo a guidarci fuori dalla condizione in cui ci troviamo". La pandemia prima e la guerra poi sono stati gli spartiacque per entrare in questa spersonalizzazione dell'Individuo disilluso, amorfo, isolato. Nell'era della massima estensione tecnologica il Neoumano viene manipolato globalmente seguitando la ripetizione dell'informazione diffusa; il black out ideologico, lo stress costante e l'inquinamento di notizie mantengono l'individuo in uno stato di emergenza, di paura, di tensione che abbassano le difese immunitarie sconvolgendone l'equilibrio e la salute mentale.
Le multinazionali come da programma stanno educando le cavie alla recessione totale in cui i mercati crolleranno definitivamente portando l'economia planetaria a cambiare radicalmente volto. In questo quadro generale intere classi sociali spariranno come la piccola e media borghesia, saranno create nuove sacche di povertà e gli esodi spingeranno a nuove soluzioni ed aree di confluenza monetaria da cui l'economia tornerà a far crescere i mercati. Ripeto: un black out energetico, ambientale, bellico, pandemico era necessario per attivare questi meccanismi di ingegneria sociale. La guerra attiva la stasi precedente mettendo in campo forze/poteri necessari al conseguimento del progresso. E questo è cieco perché si sovrappone al concetto di evoluzione: tutto in natura è in movimento per un puro principio di sopravvivenza, di adattamento e variazione costante dei fattori evolutivi: eppure il black out a cui siamo esposti proprio in queste ore sta radicalizzando la realtà finanziaria ed economica a cui eravamo abituati. Mentre placidamente discutiamo stanno combattendo intorno a reattori nucleari e da questa danza di morte prima o poi ne verrà la catastrofe definitiva.
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LA GRANDE INCANTATRICE
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Quella scatola spenta impregnata di polvere e messa in un angolo della mia stanza un tempo era un televisore. Lo è ancora se la accendessi ma avendole fatto perdere la sua funzione originaria ho stabilito per lei una sorta di ready made concettuale secondo cui è stata trasformata in una capiente mensola per sorreggere libri che non trovano posto sulle librerie stracolme. È stata accesa per anni, dai tempi del carosello a quelli del lunedì film, quando c'erano figure prestigiose e di valore che con la loro arte trasmettevano cultura. Un tempo la radiotelevisione insegnava a leggere e scrivere, dava l'esempio, educava un popolo analfabeta ad emergere dall'immiserimento del secondo dopoguerra. Poi con la venuta delle reti generaliste del benessere si commercializzarono prendendo le masse come esempio per le masse stesse in modo da porre uno specchio agli spettatori e farli sentire al centro del mondo: ecco il grande fratello orwelliano clonarsi in isole di famosi e programmi spazzatura provenienti dall'altra parte dell'oceano.
Era qui che i valori precedenti venivano alterati sotto mentite spoglie, che la globalizzazione qualunquista del pensiero unico si insinuava lentamente sino poi a diventate ciò che è adesso. Ora infatti televisione e internet si intersecano citandosi e rinnegandosi a vicenda spostando visioni in una direzione o in quella contraria: come il bianco e il nero, la verità e la menzogna, il giusto e lo sbagliato oscillano come un pendolo incantatorio mentre le verità uniformate della tv globalista non consentono d'esprimere idee dissimili da un principio istituito. Il politicamente corretto non ammette errori di sorta consentendo alle finanze elitarie di manovrare le politiche accentrate che parlano al popolo omologato servendosi dei sistemi di informazione spuria. Questo è il seme della sottocultura della cancellazione, del silenzio, dell'indifferenza. Tra pubblicità ossessiva e propaganda perpetua la manipolazione e l'indottrinamento costituiscono il fulcro dell'ingegneria sociale che mira esclusivamente alla formazione di automi omologati che rispondano ad impulsi automatici ed involontari senza se e senza ma.
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L'ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO
Nel 1988 Martin Scorsese realizzò questa pellicola prestigiosa in cui mostrava la vita di Gesù (Willem Dafoe) sino alla crocefissione in cui avviene l'ultima tentazione appunto: il Messia vede come sarebbero andate le cose se non fosse morto sulla croce e tornando indietro decide di portare a termine la sua opera. Eppure la vita continua e da questo imprinting filmico vediamo le persone ripetere quanto appreso ostinandosi a parlare sulla metropolitana, per le strade, davanti ai negozi; litigando o simulando le contraddizioni inculcate giorno dopo giorno. Siamo nel limbo di Cristo sulla croce! Povere creature, perse nei destini d'un mondo spietato. Povere quelle madri in fuga con quei figli piangenti, poveri gli sguardi smarriti di chi scappa dalla morte ed insegue la speranza; poveri coloro che restano tra le rovine dell'assenza e si ammazzano come mostri di un inferno senza fine ove solo l'abisso domina per chi ricorda solo chi ha nel cuore e non vede chi ha innanzi. Laggiù si uccide perdendosi nelle tenebre. Poveri noi che li abbiam nutriti degli strumenti con i quali si arrecano danno, poveri noi spettatori sgomenti del massacro immane. E come Gesù dico, tra la folla: "Povero, povero il nostro mondo che abbiam costruito additando il fratello anziché aiutarlo ed innalzando verità di comodo abbiamo tradito il senso dell'umano. Povero mondo degli umani di cui restano solo menzogne. Voi, lingue assassine che avvelenate gli animi della gente, proprio voi schiavi dei padroni sordi che servite irridendo chi da voi rifugge, ravvedetevi! Siete peggiori di coloro che sparano nella mischia delle terre assediate. A voi tutti anime perse dico: risorgete e liberatevi dalle catene poiché persino in voi risiede una scintilla divina separata!"
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La democrazia a due velocità
Verso la Seconda Globalizzazione
Siamo piombati nell'oscurantismo mediatico in cui il controsenso degenerato di schieramenti ideologizzati è sotto il controllo dell'Intelligenza Artificiale che genera tensioni e disparità prive di fondamento. Siamo cioè nella post-globalizzazione. Elitarismo occidentale da una parte e Autocrazia orientale dall'altra hanno messo l'uomo moderno con le spalle al muro e i figli ciechi dei fascismi e dei comunismi del vecchio novecento mai come adesso sono nel pieno della tempesta. L'Europa tutta oramai decolonializzata ora non ha più risorse e sta scivolando in una morsa infernale, in una trappola che la devasterà' definitivamente. Nei cicli storici gruppi etnici si edificano sulle macerie di altri: l'Europa d'altronde si estese sull'emisfero settentrionale riducendo alla fame quello meridionale. Ora che sta decadendo diverrà lei stessa colonia dei giganti dell'est russofono e dell'ovest statunitense. In questo scenario devastante da guerra fredda ci sono politiche perverse che stanno svendendo i nostri valori per trenta denari in cui la democrazia è un ricordo lontano: va e viene a piacimento e la si utilizza in maniera impropria pensando a diritti fondamentali così come alle libertà (soppresse quando è necessario) così come all'uguaglianza o a qualsivoglia tipologia di fratellanza (in cui l'indottrinamento del paradosso è costante). Questo sradicamento di sistema costituisce il fondamento della post-globalizzazione in cui la frammentazione dell'unipolarismo tradizionale a cui eravamo abituati sparirà perché destinato a mutarsi in un multipolarismo di nuovi mercati. In un mondo rinnovato le differenze domineranno sull'uguaglianza. Ma questo è ancora lontano dalla crisi profonda in cui siamo precipitati. Nel pieno delle contraddizioni ora assistiamo a una democrazia a due velocità insomma in cui annunciano scenari possibili e li attuano restringendo sempre di più il campo di scelta. Dalla narrazione sanitaria a quella bellica la libertà è stata sacrificata in nome del profitto. I popoli saranno decontestualizzati. Seguendo questo ragionamento nello scacchiere internazionale infatti si bada all'energia ed ai partner con i quali relazionarsi. L'élite globalista occidentale prevedeva queste trasformazioni annunciando da tempo un Grande Reset che avrebbe sconvolto le economie tradizionali rinnovandole radicalmente. Insomma, mentre i due blocchi avversi smembreranno il vecchio mondo il dragone rosso continuerà ad arricchire i mercati globali ad esempio rifornendoli di principi attivi alla base dei farmaci, degli armamenti e dei chip che costituiscono l'elemento portante delle tecnologie. In altre parole la guerra in corso scoppiata già da tempo durerà parecchio perché ha messo l'Europa occidentale contro quella orientale e quando finirà la stessa sequenza di massacri, stupri e orrori che hanno nutrito d'odio i popoli li vedrà pacificarsi e parlare di ricostruzione e giustizia incolpando quelle ristrette gerarchie dei crimini commessi. La chiameranno Riglobalizzazione o Seconda Globalizzazione G.2. Eppure una guerra non si combatte da sola! Siamo responsabili di questo fallimento perché non abbiamo fatto nulla per impedirlo: non abbiamo difeso gli emarginati della pandemia; non abbiamo impedito agli scafisti di arricchirsi sulla tratta di persone affogate nel Mediterraneo; non abbiamo fermato la guerra tentando la via del dialogo. Nessuno voleva la pace, troppi interessi a scapito della povera gente. Ripeto quindi: Elitarismo da una parte e Autocrazia dall'altra; la democrazia ahimè viaggia a due velocità.
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PAGINA 12
LA STRANA EQUAZIONE
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Osservando Il Nastro di Moebius (1963) di Maurits Cornelis Escher precipito nel paradosso dei nostri tempi in cui come formiche vortichiamo perpetuamente in un groviglio infernale restando sempre nello stesso posto. Allo stesso modo è triste muoversi per i centri abitati e vedere gli Ultimi ai margini delle strade arrangiarsi per vivere. È triste l'indifferenza che li circonda, il pregiudizio, il lento processo discriminatorio di normalizzazione. Forse manifestano un impoverimento sociale non solo economico che non vogliamo accettare ma che risiede nella cultura e nella volontà collettiva. Indifferenza, emarginazione, discriminazione dettata dalla distopia generale. Siamo una civiltà alla deriva. Credo che per una logica sequenza di ragionamenti non resti molto tempo al nostro Paese per mettersi al riparo dallo tsunami finanziario oramai in atto dal terribile biennio passato e da ciò che sta accadere. La prospettiva è poi raccapricciante: siamo sull'orlo del primo conflitto globale che ridurrà le genti ed immiserirà coloro che sopravvivranno. Essere pensanti e domandarsi la ragione delle cose non significa necessariamente essere complottisti o diffidenti dalla narrazione dei fatti ma desiderosi di vedere le cose da un'altra prospettiva tentando quindi di verificarne la veridicità. Partiamo ad esempio su fatti attuali della guerra in corso: mentre in superficie le milizie russe combattono contro gli ucraini supportati dalla Nato sottoterra circola l'energia che servendosi di un gasdotto rifornisce questi ultimi. Eppure il'ex premier italiano chiese al suo gregge di compiere una scelta tra la pace e il condizionatore: siamo ben sicuri di non aver frainteso? Si trattava sicuramente di una svista ma è stata già ripetuta quindi ben ponderata ed accettata all'unanimità. Cosa c'è che non torna? Seguendo questo schema alla pace corrisponderebbe il condizionatore acceso perché se seguissimo la via della pace o quantomeno della neutralità come l'Austria la Russia continuerebbe a rifornirci di energia proprio perché al di fuori della guerra esattamente come nella situazione opposta secondo cui invece alla scelta della guerra corrisponderebbe la cessazione del rifornimento energetico. Quindi [ A (Pace/ Condizionatore acceso)] = [ B (Guerra/ Condizionatore spento)]. Quindi A in opposizione a B. Sarebbe stato logico domandare al popolo se volessero la guerra o il condizionatore acceso nella stessa misura in cui poteva essere capovolto domandando se volessero la pace o il condizionatore spento. Invece la scelta è tra la pace e l'energia ovvero sulla stessa situazione A che spinge ad annullarli per definire alternativamente la situazione B ovvero la via interventista e della conseguente cessazione di energia. A parte il fatto che la Russia stia addirittura rifornendo l'Ucraina del gas che tra le assurdità continua a pagare in euro e che non chiuderebbe i rubinetti neanche a noi perché l'ex premier considerava la sufficienza energetica fino ad ottobre inoltrato? Tutto ciò oltre che ad avvalorare la nostra inadeguatezza come Nazione che da oltre un trentennio anziché produrre l'energia la importa perché abbiamo rinunciato allo sviluppo tecnologico preferendo dapprima la Russia e adesso comprandola a valori esagerati da paesi del nord Africa momentaneamente amici date le relazioni russe o dall'America che si dichiara amica facendo veri affari. A questo dovremmo accennare che il prezzo del gas in Europa non sia deciso dai russi che continuano a fornirlo nonostante la guerra ma da Amsterdam in cui c'è la sede dell'ICE Endex dove è gestito lo scambio dei contratti attualmente in uso. Quindi per capirci sanzioniamo coloro che ci forniscono l'energia approvando i prezzi di mercato dei nostri alleati europei desiderando ardentemente sostituire il partner pagandolo a peso d'oro dall'Africa e dagli Stati Uniti dai quali compriamo armi che spediamo in Ucraina per raggiungere la pace? Non sembra una strana equazione? Con le armi non si fa la pace e un Paese come il nostro che è stato ampiamente messo a dura prova nei due anni di pandemia in cui i diritti individuali sono stati sacrificati in nome della collettività ora cadrà in una recessione tale da dover svendere tutto ciò che resta. E cosa resta a parte l'arte ed il made in Italy? Le proprietà private e le persone destinate ad emigrare altrove o restare sotto i padroni stranieri.
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La zattera della Medusa
Parliamo del celebre dipinto ad olio di Théodore Géricault realizzato nel 1818/19 e conservato al Louvre in cui l'artista ancor giovane (si pensi che all'epoca non aveva neanche ventinove anni) fu ispirato dal naufragio della fregata Méduse avvenuta nel luglio del 1816 sulle coste della Mauritania. L'artista riprende visivamente questo episodio che noi traduciamo agli occhi della modernità: eccoci catapultati in un discorso assolutamente attuale in cui nei nostri mari circolano navi, pescherecci e traghetti ONG che consentono a migranti provenienti dal Nord Africa di sbarcare sulle nostre coste. Eppure il flusso migratorio non si arresta. Secondo i dati pubblicati direttamente dal Ministero dell'Interno abbiamo una media di sbarchi che nelle ultime settimane si aggira intorno agli oltre quindicimila migranti. Oltre il numero degli accertati ci sono sicuramente naufragi continui, barche e gommoni di profughi non segnalate e persone di qualsiasi età e sesso affogare nel mare.
Il Mar Mediterraneo è diventato teatro dello scempio
in cui un esodo di massa sta approdando sulle coste italiane mentre l'Europa è
distante dal problema appoggiando politiche che metteranno a dura prova la
nostra situazione nello scacchiere internazionale.
Arte del Fumetto
KEN il guerriero
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Nato nel 1983 da un manga ideato da Buronson e disegnato da Tetsuo Hara partì dal Giappone su una rivista che ebbe circa 245 capitoli per poi essere adattata a due serie televisive prodotte dalla Toei Animation e trasmesse su Fuji Television. E' giunta in Italia riscontrando un successo internazionale sino poi ad interessare direttamente il cinema. Sappiamo infatti che la Italian TV Broadcasting trasmise la serie sulle reti locali sino al 2004 per poi uscire anche in una collana video in videocassetta. Mentre l'adattamento cinematografico partì nel 1986 da Ken il Guerriero Film e agli adattamenti successivi che hanno spinto ai romanzi od ai film live action statunitensi della serie. Persino videogiochi, giocattoli e gadget sono diventati sinonimo di un successo mondiale. In esso la trama descrive un conflitto mondiale scoppiato negli anni '90 che ha causato la caduta della civiltà. In un mondo caduto in un profondo medioevo i sopravvissuti devono combattere per non essere sopraffatti da bande di criminali assetati di sangue o signorotti che cercano di spartirsi territori con fonti d'acqua e persone dedite alla sottomissione. Tra tanti soprusi ed ingiustizie spicca la figura di Kenshiro sessantaquattresimo discendente della Sacra scuola di Hokuto.
Ovvero l'antica arte marziale che insegna ai suoi adepti discipline di morte e attacco letale. Tradito dal suo amico Shin che lo ha separato dalla donna che da sempre amato, ovvero Jiulia Ken attraversa il mondo in cerca di giustizia affiancando i giovani Burt e Lynn nelle loro strampalate avventure. Tra i guerrieri della Scuola di Nanto avversaria della sua affronterà guerrieri senza scrupoli come Raoul suo fratello adottivo contro il quale si scontrerà nel duello finale e che vincerà suo malgrado. Eppure qualche anno più tardi l'ascesa dell'Impero centrale vede Ken tornare a combattere contro il Viceré Jako. Ovviamente Burt e Lynn sono cresciuti e combattono al suo fianco e comandando l'Armata di Hokuto come ultimo avamposto di resistenza all'Impero: dopo aver combattuto contro i generali delle Tenebre Ken prenderà con sé Ryu il figlio di Raoul per dare un successore alla divina scuola di Hokuto. Dopo avergli insegnato le più segrete mosse da combattimento Kenshiro si dirige verso il deserto. Colpì la storia per la violenza forsennata: gli adulti che all'epoca erano adolescenti curiosi davanti al televisore possono testimoniare la potenza sanguinaria delle immagini; i punti di energia che i combattenti andavano a far esplodere; alle lame, ai soprusi dei forti sui deboli; al senso di anarchia e di debolezza degli oppressi al di sotto della forza bruta. In un mondo dominato solo ed esclusivamente dalla violenza l'unica arma vincente è costituita da guerrieri che difendano i deboli. Qui non esiste parola, insegnamento, morale: viene applicata la legge della guerra consentendo agli audaci di comprendere da quale parte stare. O la vita o la morte. Il cartone animato suscitò molte polemiche. Eppure a distanza di tempo la guerra apocalittica è diventata realtà.
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Critica della critica
EFFETTI della recessione
Il SISTEMA ARTE: L'etica dell'estetica
BJORN
Andrésen
Noto come Tadzio, il fantastico quattordicenne che fa innamorare lo scrittore di Morte a Venezia dal celebre romanzo di Thomas Mann (1912) sino al film di Luchino Visconti. Oggi l'attore svedese ha sessantasette anni ma all'epoca del film nel 1971 girava la voce che fosse omosessuale tanto che l'attore stesso confessò del suo disagio di essere stato portato dal regista a visitare a Cannes un bar gay in cui fu oggetto di attenzione di uomini più anziani. Da quel momento evitò ruoli omosessuali sino a prendersela con la scrittrice Germaine Greer che utilizzò la sua immagine per la copertina del libro Il ragazzo (2003) senza chiedere il suo permesso. Più nello specifico sappiamo che attualmente partecipa a programmi televisivi come musicista ed ha avuto due figli sino ad una serie di film e telefilm che non ne hanno esaltato la capacità attorica. Nel suo caso è stata forse la bellezza a penalizzargli la carriera: la bellezza è stata il suo limite. Infatti lo ricordiamo ancora là a passeggio sulle rive del mare sotto le note di Gustav Mahler.
...o l'estetica influenza l'etica?
L'intelligenza dell'uomo moderno segna anche il limite di questa sua evoluzione: la sua forma di adattamento al sistema politico di riferimento avverrà sempre e comunque attraverso la manipolazione della sua stessa natura. In altre parole l'umano dovrà essere correlato alla forma-merce e come oggetto avrà un peso, un valore di scambio, un prezzo. In questa linea dialettica i diritti umani sradicheranno la soggettività individualistica in una sotto-forma di oggettività capitalizzata in cui la realtà tecno-scientifica manipolerà sempre di più le società future sino a determinarne nuovi scenari di complessità. Seguendo questa direzione l'arte non potrà che educare al cambiamento imponendo tecniche di indottrinamento, di contemplazione e interazione con il pubblico che assisterà passivamente alla cancellazione graduale dei vecchi valori sino al loro esaurimento mediato da contraddizioni e dibattiti che porteranno al nuovo: mostre, dibattiti, retrospettive, film, telefilm, saggi e pubblicità concorreranno all'indirizzamento delle nuove società per la creazione della nuova etica dell'estetica mediante la quale sarà proprio questa a influire sui nuovi stereotipi dell'etica sradicalizzando quanto sia valido da quanto sia sterile e privo di significato. Queste purghe dottrinali si serviranno proprio del linguaggio artistico per avere seguaci, fans, sostenitori innocui che idealizzino tali schemi mentali per poi politicizzarli mettendoli in pratica nella vita di tutti i giorni. L'arte al servizio del sistema globalizzato utilizza i media, le tecnologie e l'informazione per divulgare stili di vita, gusto quotidiano nell'accettazione di mode, di tendenze, di schemi comportamentali dapprima sperimentali ed infine status di una nuova classe dirigente. Dunque tornando al quesito iniziale se sia l'etica dell'estetica o l'estetica ad influenzare l'etica: la risposta è che sia inversamente proporzionale; ovvero che sia l'una o sia l'altra il meccanismo di trasmissione di qualsivoglia funzione sociale proviene sempre dall'alto (politica, lobby) e che utilizzi i sistemi di divulgazione per uniformare le genti.
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David Hockney
Il britannico David Hockney nasce nel 1937 a Bradford. Sin da giovane entra espressionisticamente nell'ambiente Pop servendosi anche del suo lavoro di scenografo tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Sappiamo che nel 2018 il dipinto Potrait of in Artist è stato battuto all'asta per oltre 90,3 milioni di dollari presso la Christie's divenendo membro onorario dell'Ordine dei Compagni d'Onore e dell'Ordine al merito del Regno Unito. E' stato tra gli artisti che di più ha dilatato la nostra immaginazione utopica sulla città degli angeli tanto che proprio in California si sentiva la necessità di un pittore che ne decantasse i colori: sappiamo che negli anni '60 riprese Los Angeles incarnando il mito dell'omosessualità per poi determinare la spinta verso il naturalismo ed i ritratti e spostandosi successivamente verso nuove frontiere della sperimentazione attraverso i set teatrali fino alla danza ed alla musica. L'obiettivo dell'artista è sempre stato il totale coinvolgimento dello spettatore nelle sue tele sino ad inglobarlo emotivamente. Poi negli anni '80 la perdita dell'udito e il dilagare dell'AIDS. Crisi che lo riportarono nello Yorkshire per visitare l'amico John Silver in fin di vita. Hockney è un esploratore della figurazione convergendo verso l'attrazione di un Matisse o per l'espressionsitico Van Gogh. Facendo uso di differenti medium espressivi in sessant'anni ha sempre dialogato con le emozioni generando una via spuria di dialettica artistica a metà strada tra l'iperealtà figurativa ed il simbolismo che sintetizzava in una sorta di nuova metafisica onirica in cui il sogno decadeva nella sfera di una realtà spoglia, deprivata di orpelli ed astratta da un punto di vista concettuale. Tale operazione di pulizia intellettiva portò Hockney a valorizzare la simbologia del colore, la spazialità delle forme in cui la potenza dei pieni e dei vuoti spingeva l'osservatore alla riflessione: ad esempio nel dipinto sottostante è facile dedurre due piani di lettura in cui il primo, ovvero quello figurativo descrive una villa innanzi alla quale una coppia prende il sole; il secondo piano, simbolico invece narra di due stereotipi (l'essere maschile in frack e l'essere donna in abiti da sera) posti verticalmente innanzi ad un tavolo/totem di pietra mentre alle spalle si intravede un manichino assiso all'interno dell'edificio. La modernità diviene così prigioniera degli schemi che ricopre e dei ruoli imposti dalla società. Hockney fa crollare questi schemi ridicolizzando l'inutilità di questa posa, tensione, messa in scena senza significato.
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American Collectors