Prima uscita

01.01.2020

IL PERIDICO D'ARTE

Giornale d'Arte e Cultura

Pagina 1

Pagina 2

                    Museo Nazionale del Qatar (Doha)  

       L'Ottava meraviglia del mondo

Progettato dall'architetto francese Jean Nouvel il magniloquente edificio soprannominato La rosa del deserto è aperto al pubblico dal marzo del 2019. Si sviluppa su una superficie di 52.000 metri quadrati ed è stato concepito sulla sovrapposizione di solidi a forma di disco interconnessi ad una forma centrale ad anello estesa per circa trecentocinquanta metri.

L'ambizioso progetto sostituisce l'originario Qatar National Museum voluto nel 1975 dall'emiro Khalifa bin Hamad Al Thani e comprende pure il Palazzo Reale dello Sceicco oltre che ad una vasta area riservata agli spazi espositvi, all'auditorium, a negozi e ad un sontuoso ristorante con vista.

La struttura è stata proprio ideata con l'obiettivo di ombreggiare il torrido clima del deserto mantenendone gli echi ed i riferimenti ambientali traducendo la difficoltà in risorsa paesaggistica.

Al suo interno assistiamo ad un percorso espositivo lungo più di un chilometro snodato in undici gallerie che narrano la storia del Qatar in tre sezioni: Gli Inizi, Vita in Qatar, La storia moderna del Qatar.

Grazie infatti alle risorse economiche questo stato è diventato un leader in termini mondiali e l'architettura vuole dimostrare alle altre nazioni la potenza dell'uomo sulla natura e la capacità di relazionarsi ad essa nonostante le difficoltà ambientali.

Parliamo davvero di una Rosa nel deserto, di un'oasi artistica che vuole dare sollievo ai viaggiatori di tutto il mondo. 

     Artemisia Gentileschi a Londra 

Ce ne potranno dire di tutti i colori per quanto riguarda l'economia e la politica ma il Bel Paese resta sempre al primo posto per quanto riguarda l'Arte.

In questo caso presso la National Gallery di Londra sarà inaugurata una mostra sull'artista secentesca con una serie di trentacinque opere circa provenienti da differenti collezioni in cui verrà descritta la sua carriera dalla formazione a Roma al periodo fiorentino sino al suo trasferimento a Napoli. Fu in questo periodo che intraprese un viaggio a Londra e la città britannica omaggia questa sua scelta proponendola al grande pubblico dopo trecentosessantasette anni dalla sua morte.

National Gallery - Londra

Dal 4/04/2020 al 26/07/2020

Pagina 3

Donne nell'arte. da Tiziano a Boldini

Inserisci sottotitolo qui

Escher

Davide Dotti è il curatore della mostra realizzata a Palazzo Martinengo (Brescia) e che ospiterà più di una novantina di pezzi di Grandi Maestri come Tiziano, Zandomeneghi, Guercino, Hayez, De Nittis, Appiani e Boldini. Le otto sezioni del percorso espositivo esplicano il ruolo della donna nel tessuto sociale in cui il concetto di femminilità è stato sempre controverso ma in ogni caso centro della moda e della raffinatezza. Il tema femminile è carico di spunti attuali che saranno evidenziati attraverso panelli che racconteranno le disparità tra i due sessi, l' emarginazione e le forme di povertà. Tra i capolavori esposti ricordiamo la Maddalena penitente di Tiziano Vecellio proveniente da una collezione privata tedesca.

Palazzo Martinengo
Via dei Musei 30. Brescia
Dal 18 gennaio al 7 giugno 2020
mostre@amicimartinengo.it
sito: https:///amicimartinengo.it

Tel.320.0130694

Nato nel 1898 l'artista olandese venne per la prima volta in Italia negli anni '20 e qui visse per molto tempo. La mostra antologica ospiterà più di 200 pezzi del Genio che visitò l'Italia da nord a sud trovando l'ispirazione per capolavori che fondevano un discorso universale costellato di matematica, fisica, design sino a profonde alchimie che ne decretarono la grandezza. Sappiamo che solo negli ultimi anni è stato rivalutato dal pubblico. Sarà poi con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale che l'artista decise di trasferirsi nei Paesi Bassi dove morì nel 1970.

Salone degli Incanti
Riva Nazario Sauro 1 - TriesteDal 18 dicembre al 7 giugno 2020

Pagina  4 - 5

Mostre programmate a TORINO:
Andrea Mantegna
Rivivere l'Antico, Costruire il Moderno
Palazzo Madama- Piazza Castello
12 dicembre 2019 - 4 maggio 2020

Torino inizia il 2020 in bellezza. Detto correttamente chiude l'anno dedicato a Leonardo da Vinci con l'inaugurazione di una mostra dedicata ad Andrea Mantegna. Nato nel 1431 sull'Isola di Caturo Mantegna fu il maestro rinascimentale che tra la pianura padana, Padova e Mantova seppe divulgare i canoni ritrovati della Perfezione che i secoli precedenti avevano smarrito. Sandrina Bandera e Howard Burns curano l'evento torinese suddividendolo in sei sezioni che presentano al pubblico torinese il grande maestro del Rinascimento Italiano. Si parte dagli esordi giovanili sino al riconoscimento di pittore di corte dei Gonzaga. La mostra sarà articolata in un percorso a cui prenderanno parte opere provenienti da collezioni di tutto il mondo tra cui quelle del Victoria and Albert Museum di Londra, il Musèe du Louvre, il Metropolitan Museum di New York, il Cincinnati Art Museum, il Lichtestein Museum di Vienna sino al Staatliche Museum di Berlino. Farà da protagonista il grande affresco staccato dalla Cappella Ovetari che sarà collocato nel Piano Nobile di Palazzo Madama. Assolutamente da non perdere.

Cultura

Il cinquecentenario di Raffaello

2020

Il 6 aprile 1520 si spegneva a Roma Raffaello Sanzio all'età di 37 anni. Eppure nonostante la breve vita operò tantissimo divenendo uno dei più grandi esponenti del Rinascimento italiano. Dopo il 2019 considerato l'anno di Leonardo da Vinci il 2020 celebrerà il grande maestro urbinate che sin da giovanissimo aveva avuto modo di studiare i grandi pittori della tradizione pensando a Piero della Francesca, Antonio del Pollaiolo, Giusto di Gand ed altri che lo indurranno dapprima ad entrare nella bottega del Perugino e successivamente tra il 1504 ed il 1508  a Firenze. La fase più importante fu quella romana durata fino al 1520. Qui l'artista ancora venticinquenne affiancò grandi maestri come Bramantino, Baldassarre Peruzzi e Lorenzo Lotto per la decorazione della stanza della Segnatura in Vaticano divenendo così un Genio indiscusso dell'arte universale. Impegnato ancora nella Stanza di Eliodoro ed in una serie di opere che gli furono commissionate successivamente realizzò una serie di Ritratti e Pale d'Altare che lo spinsero ad aprire una sua bottega nella quale accorrevano giovani apprendisti ed Artisti di chiara fama. Ancora operò per La stanza di Leone X chiamata l'Incendio del Borgo. Come ci racconta Vasari morì il giorno del suo compleanno corrispondente al venerdì Santo per via di una febbre acuta che in soli quindici giorni lo consumò definitivamente. La sua morte fu salutata con commozione da tutta la confraternita pontificia: fu seppellito nel Pantheon. Cinquecento anni dopo verrà celebrato in tutta una serie di appuntamenti come quelli previsti a Roma presso le Scuderie del Quirinale dal 5 marzo al 14 giugno 2020. Altro appuntamento da non perdere riguarderà la Pinacoteca Ambrosiana di Milano ed anche fuori dall'Italia lo celebreranno a Londra presso Victoria & Albert Museum ed alla National Gallery che possiede circa undici opere. In primavera sarà poi il Louvre a dedicare una retrospettiva su Raffaello in una mostra dedicata al Rinascimento Italiano. Le iniziative sono molteplici ed interessanti: dell'Italia possono dirne di tutti i colori ma sotto l'aspetto dell'ARTE non abbiamo confronti. Proprio con i francesi con i quali era scoppiata una polemica su Leonardo sono in corso trattative per Raffaello:mricordiamo le dispute per l'Uomo Vitruviano delle Gallerie dell'Accademia di Venezia e l'Autoritratto della Biblioteca Reale di Torino che hanno scatenato l'opinione pubblica fino all'incontro proprio ad Amboise tra Emmanuel Macron e Sergio Mattarella. Forse questa volta andrà diversamente. Staremo a vedere.

Pagina 10

L'Onirismo Pittorico
Il Gruppo degli OTTO

Rinascenza Contemporanea II di Torino mette in campo Otto artisti italiani scelti dal critico d'Arte Andrea Domenico Taricco nel marasma compositivo dell'arte attuale con lo scopo di definire le nuove frontiere estetiche della pittura esistente. Dopo la grande stagione Informale con il suo grado di connotazione segnica, materia e gestuale seguita poi da quella Neo Dada in cui la Pop Art e l'Iperrealismo hanno dominato incontrastate siamo giunti alle neo-Avanguardie in cui hanno preso corpo le esperienze Body, Land, Concettuali ed il Poverismo. Dagli anni '70 Lyotard definisce Post-Moderna l'arte che in Italia contraddistingue la Transavanguardia di Bonito Oliva sino agli ultimi avamposti Neo-concettuali così come gli Inespressionismi che troveranno nella Public Art, nello Street o nelle formulazioni Post-Concettuali l'ultimo scorcio Pop-up.

Eppure Rinascenza Contemporanea esiste da circa otto anni ed in questo tempo sono state rilevate tre correnti fondamentali: la Post-Avanguardia Italiana, l'Extraconcettuale ed il Neocreativismo. Quest'ultimo in particolare è giunto all'Onirismo secondo il quale gli artisti che lo applicano involontariamente per stile, utilizzo della tecnica o procedimento realizzativo lo realizzano appieno definendone in maniera diversa le componenti strutturali. Il Gruppo degli Otto rappresenta un movimento spontaneo ed autonomo in cui ogni artista procede in maniera indipendente e individuale.Nessuno conosce l'altro, nessuno magari ha mai sentito parlare dell'altro eppure sono stati riuniti da me nel movimento spontaneo che a affronta tematiche essenziali come il desiderio di rifuggire dalla realtà senza abolirla del tutto; la figurazione è solo il punto di partenza per intraprendere la via dell'interiorità; l'astrazione o la casualità non fanno parte di questo tipo di pittura; l'impressione del reale viene tradotto in sensazione profonda sino ad intervenire sulla realtà stessa alterando il soggetto di riferimento; dall'esterno il pittore ha modo di procedere psichicamente nella sfera privata dei ricordi, della memoria o dei pensieri apparentemente rimossi riportandoli gradualmente in superficie. Queste premesse fondanti generano il Gruppo degli OTTO che ospiteremo a Torino in una serie di mostre personali che si svolgeranno nel corso del 2020. Dapprima esporrà Ombretta Rossi dal 10 gennaio al 10 febbraio 2020: il senso della sua figurazione trasla il contingente e lo simbolizza attraverso il senso profondo delle ombre. Roberta Riva dal 15 febbraio al 15 marzo 2020 metterà in campo i suoi alberi mediante intrecci al limite del figurativo atto alla destrutturazione della realtà.  Roberto Pino invece dal 21 marzo al 21 aprile 2020 costituirà il punto di convergenza tra i dati concreti estrapolati dal contingente e la loro traslazione favolistica. Francesco Bonini dal 24 aprile al 24 maggio 2020 seguiterà questa seconda via e darà all'introspezione un ruolo preponderante sconfinando in vortici di luce cromatica. Adriano Sambri dal 29 maggio al 29 giugno determinerà un arresto di questo percorso riproponendo in chiave individuale i falsi d'autore. La ripresa affettiva dei mostri del passato rievocano attraverso il suo pennello la valenza sentimentale verso qualcosa che è destinato a persistere allo scorrere del tempo. Beny Giansiracusa dal 18 settembre al 18 ottobre 2020 proporrà la sua Decima Arte mediante la connotazione stilemica dei suoi lavori che celebrano in chiave Pop il gusto della memoria. Mara Destefanis dal 23 ottobre al 23 novembre 2020 proporrà le proprie metafisiche visive in cui l'Onirismo sembra raggiungere la sua inevitabile maturità esecutiva. Infine Marzia Menghini dal 27 novembre al 27 dicembre 2020 chiuderà la stagione con proiezioni pittoriche al limite dell'astrazione attraverso la quale il reale sembra oramai obliato. Gli Otto, come abbiamo avuto modo di definire precedentemente sono distanti tra loro, eppure alimentano questa possibilità creativa di riscatto da una realtà troppo fredda ed uniformata, legata al consumismo ed alla vita quotidiana: questi pittori sradicano il contingente dalla consuetudine e se ne appropriano attraverso operazioni creative dissimili e ben circoscritte sino a rigenerarle con la pittura. Letto in questa chiave il movimento onirista risulta come il tassello mancante ad un periodo storico congelato, transitorio, basato sulle leggi del mercato e dalle scelte di pochi sulle masse. L'artista onirista sente la necessità di fuoriuscire dall'oscura realtà e di spingerci oltre attraverso la propria sensibilità imbevuta di sensazioni profonde, di malinconie ed angosce che vivono silenziosamente nelle profondità della mente. In questo caso si discostano dall'operazione Surrealista del secolo scorso così come da quella Metafisica e Concettuale: l'introspezione pura spalanca la via a quelle zone inconsce dell'anima in cui la logica non ha modo di prendere corpo. In definitiva si tratta di sogni ad occhi aperti che condurranno lo spettatore per mano sino a varcare le porte della percezione.

Pagina 11

Grandi ASTE

Sembrerà incredibile ma è vero: ci sono artisti che hanno raggiunto valori talmente elevati di quotazione o di vendita a privati da sembrare un film di fantascienza. Partiamo da un rarissimo dipinto di Paul Gauguin venduto all'asta di Parigi per 9,5 milioni di euro ovvero al doppio del suo valore stimato. Te Bourao II è il capolavoro tahitiano del 1897 ed è l'unico dei nove creati dall'artista francese a Tahiti ad essere ancora di proprietà privata.

Ma le cifre elevate non finiscono qui.

Pensiamo al coniglietto di Jeff Koons venduto all'asta per 91,1 milioni di dollari sino al camion realizzato da Banksy nel 2000 quando l'artista inglese era ancora sconosciuto. Sembrerà strano ma in questo caso non si tratta di un dipinto o di una scultura ma di un camion ricoperto di graffiti e stimato intorno ai 1.644.000 euro. Nel 2013 pensiamo al trittico di Francis Bacon Three Studies of Lucian Freud venduto a New York per 142 milioni di dollari e l'anno prima una versione dell'UUrlo di Edvard Munch venduto a Sotheby's per 120 milioni di dollari.

Ma la figura più sorprendente resta sempre Vincent van Gogh: a parte il paesaggio intitolato L'Allèe des Alyscamps venduto per 60 milioni sappiamo che nell'asta di New York del 2018 un'opera del maestro olandese Coin de jardin avec papillons è rimasta invenduta. Assurdo: nessuno dei presenti ha fatto un'offerta spingendosi su Picasso, Giacometti e Monet. Ora però viene il bello: qualche mese fa è stata battuta all'asta di Parigi proprio la pistola con la quale van Gogh si suicidò nel 1890 per un valore 162.500 euro. Incredibile. Lui che in vita riuscì a vendere solo un quadro. Il senso del denaro e dell'assurdo in momenti di crisi come questo. I mercati crollano, i mari si caricano di barconi pieni di povere anime, gli anziani non arrivano a fine mese e nel mondo degli sprechi e delle gozzoviglie si giunge a questo. Molti artisti non vogliono questo: hanno dipinto perché lo sentivano e non potevano farne a meno altri invece sognano di arrivare alla fama e al denaro anzi, cercano in tutti i modi di accaparrarsi sponsor e pubblicità per diventare famosi a tutti i costi. La ricchezza dell'arte va oltre i soldi e le aste

I Grandi Sconosciuti: Barbara Hepworth

Un'inglese a Parigi

E' iniziata il 5 novembre 2019 al Musée Rodin la mostra retrospettiva sull'artista inglese che ha rivoluzionato la scultura britannica del secolo scorso. Conosciutissima dai suoi colleghi tra cui Picasso, Mondrian è stata un'osservatrice accanita della natura ma fu influenzata sicuramente dalla guerra: fu considerata una grande scultrice al pari di Henry Moore.

Sappiamo di lei che ultimati gli studi in Inghilterra venne per un periodo in Italia. Il concetto di sintesi espressiva caratterizzava un apporto diretto al naturalismo creativo sino alle successive sperimentazioni con il legno che incorporava la stringa e metallo sino ad opere controverse in cui utilizzò il bronzo. In lei coesistevano le tenebre della forma a cui seguitava la luce della delicatezza della curva, del materiale e dell'armonia complessiva. Contrasti che fanno sicuramente parte dell'anima umana. Primogenita di quattro figli ha sviluppato sin da giovane un talento naturale per la scultura affrontandola in termini di astrazione sino alla sua amicizia con Henry Moore che la influenzò notevolmente. Sappiamo di lei che nel 1925 sposò a Firenze John Skeaping uno scultore come lei da cui ebbe un figlio Paul. Dopo il divorzio sposò un pittore Ben Nicholson da cui ebbe tre gemelli. Sappiamo che dopo un incendio accidentale nel suo Trewyn Studios morì accidentalmente nel 1975. Poco conosciuta dai francesi merita questa mostra retrospettiva che durerà fino al 22 marzo 2020. 

Pagina 12

Ritratto di Donna torna dall'oblio

Dopo circa ventitré anni dalla scomparsa il celebre dipinto di Klimt è stato ritrovato presso un'intercapedine del muro esterno della galleria Ricci Oddi di Piacenza da cui era stato rubato. La tela era avvolta da un sacco nero ed era stata accuratamente depositata in una cavità raggiungibile solo da uno sportello metallico ricoperto di edera: un addetto alle pulizie lo ha notato impedendo che finisse tra i rifiuti. Dalle prime analisi sembra proprio l'originale attraverso la verifica dei timbri nella parte posteriore del dipinto che attestano le esposizioni precedenti ma saranno le analisi successive a decretarne ufficialmente l'autenticità. L'opera fu rubata nel 1997 e dagli investigatori del tempo fu definito un furto anomalo perché stranamente la cornice del dipinto fu ritrovata sui tetti dell'edificio in cui fu sottratto inoltre poco più di un mese dopo fu individuato un pacco alla frontiera di Ventimiglia che conteneva un falso dell'opera. Si pensi che l'anno prima da una ricerca di una studentessa Claudia Maga venne fuori che il dipinto ne nascondesse un altro realizzato dallo stesso artista nel 1912 e che poi ricoprì con quello che conosciamo noi. 

Approfondimenti

La Pittura che cura i mali

Rinella Palaziol

Rinella Palaziol è la sacerdotessa dell'acqua. Attraverso l'uso sapiente degli acquerelli riesce ad evocare atmosfere sospese in cui il senso dell'esistenza contrasta l'effimero, il transitorio, il fugace scorrere del tempo. Il flusso di coscienza che applica durante la realizzazione dei suoi lavori è determinato dal desiderio di sconfiggere le avversità della vita stessa: per lei la pittura è terapia, contemplazione mistica e cura per la sua esistenza. "Quando dipingo sono così concentrata..." afferma:"...da dimenticare i mali che mi affliggono".

L'arte in questo senso rappresenta la via della speranza. "Vado in trance e gioisco. Riesco ad uscire dal mondo materiale e vivere in un'atmosfera sospesa a meta strada tra il Sogno e l'incanto". Grazie alla sua testimonianza in una mostra organizzata presso Rinascenza Contemporanea II nel mese di dicembre abbiamo avuto modo di assistere a questo tipo di approccio terapeutico dell'arte calandoci nel vivo dei suoi lavori pittorici.

Pagina 13

Storia del Fumetto
Valentina: Tra erotismo e feticismo

Valentina è il personaggio dei fumetti creato da Guido Crepax ideato nel 1965. Dapprima per la pubblicità venne impiegata per un film nel 1973 e negli anni '80 per una serie televisiva. Colpisce il taglio cinematografico del fumetto che tocca a pieno titolo i gradi sublimi dell'arte mediante un richiamo volontario all'arte pura, alla storia ed al fumetto stesso: secondo questi presupposti Valentina Rosselli è una fotografa anoressica costellata da incubi psicoanalitici con il suo fidanzato Philip Rembrant, un critico d'arte dai poteri occulti e conosciuto come Neutron. Spesso raffigurata nuda è un personaggio al limite dell'erotismo dal sapore feticista che vive ed invecchia come una persona concreta: sappiamo che è nata nel giorno di natale del 1942 come la moglie di Crepax. Ispirata all'attrice americana Luoise Brooks fu eroina degli anni '20 conosciuta come donna fatale sotto il nome di Lulù. Il disegno psichedelico e profondamente libero dal punto di vista compositivo attuato da Crepax ricorre spesso alla scomposizione, alla frammentazione delle immagini disposte in primo o primissimo piano.

A metà strada tra cinema e realtà questo tipo di ricerca visiva resta una delle più significative del secolo scorso. 

Libri

Arte e Neuroscienze. Le due culture a confronto

Eric Kandel


Partiamo dal testo scritto dal neurologo, psichiatra e neuroscienziato nonché vincitore del premio Nobel nell'anno 2000 dall'americano Eric Kandel uscito nel 2007.

Secondo la sua visione parte proprio dall'arte astratta in cui il linguaggio scombinato dei colori, delle forme così come delle linee esclude i riferimenti alla realtà mentre l'arte figurativa affonda le sue radici nel mondo oggettivo: tra questi due poli si insinua la nostra mente.

Lo scienziato pone al centro la figura dell'osservatore: l'opera astratta pone una difficoltà maggiore di ricezione fondata sul un processo di ambiguità di comprensione sino a ciò che definisce riduzionismo.

Da questo termine definisce l'evoluzione dell'arte moderna e delle sue variazioni ideologiche: il riduzionismo ha guidato il passaggio dall'arte figurativo/realistica alle espressioni di Kandinsky o Mondrian e nel secondo dopoguerra agli espressionisti astratti.

Più nello specifico divide le funzioni cognitive di tipo botton-up valide per l'arte figurativa da quelle top-down per l'arte astratta ricordando che la prima sia una elaborazione delle informazioni che va dal basso verso l'alto che sono governate da regole universali per mezzo delle quali ci riconosciamo nel mondo mentre la seconda va dall'alto verso il basso e sviluppa funzioni cognitive superiori mediante associazioni visive.

In altre parole il fatto di confrontarci con un'opera d'arte astratta definisce uno sforzo maggiore che mette in gioco meccanismi di adattamento ad informazioni incognite che saranno disvelate soggettivamente.

Il suo riduzionismo tende alla semplificazione di concetti scientifici ed estetici in componenti sempre più sintetiche atte allo stimolo della comprensione per una chiara aderenza alla verità da parte dei fruitori.

L'opera d'Arte non vive senza il suo pubblico. Se il XX secolo ha mirato a questo tipo di frattura ora forse è necessario rendere il destinatario consapevole di quanto gli epigoni di quel tipo di filosofia desideravano mettere in atto. In altre parole bisogna entrare in una serie di meccanismi mentali per affrontare tali problematiche: questi meccanismi sono necessari affinché il messaggio dell'arte non resti isolato

La Réalité virtuelle

Nel 1938 il drammaturgo francese Antonin Artaud coniò questo termine applicandolo al mondo del teatro. Fu un precursore di quello che sarebbe accaduto nel futuro: a partire dagli anni '80 l'evoluzione tecnologica si è radicata nella realtà quotidiana traducendo le vecchie piattaforme considerate obsolete in CD-ROM; negli anni '90 è avvenuta la diffusione del web sino alla realtà contemporanea assolutamente digitalizzata.

L'interfaccia 2D proprio a partire dagli anni '80 aveva preso il posto di quella testauale per giungere al nuovo millennio in 3D.

Siamo giunti ad approcciare a Musei virtuali ed a mostre in cui le opere dei grandi maestri del passato vengono proiettate direttamente su pareti scarne, in sale perfettamente vuote, in ambienti asettici in cui si muovono solo gli spettatori.

Presto spariranno anche loro perché potranno ammirare tutto a distanza: la comodità impedirà lo spostamento di risorse uccidendo il rapporto diretto con l'opera d'arte.

Cosa resterà di tutto questo?

Musei immateriali immersivi in cui il confine tra spazio fisico e spazio digitale sarà sempre meno evidente. Chi ne pagherà lo scotto saranno le nuove generazioni sempre meno ancorate alla realtà tangibile e addormentati in mondi inesistenti. Abbiamo già assistito a mostre virtuali mediante scenari che permettono di addentrarsi nei lavori di grandi maestri.

Resta comunque un'esperienza da fare.

Pertanto è necessario premunirsi di curiosità e tentare di comprendere il senso dell'innovazione: non farlo significherebbe non guardare in faccia alla piega dei tempi indipendentemente dal giusto e dall'ingiusto

La mostra su Van Gogh e Monetad esempio dal titolo Arte Virtuale: Van Gogh e Monet Experience organizzata a Roma presso le sale della ex caserma Guido Reni grazie all'ausilio della tecnologia VR guiderà il visitatore dentro i paesaggi e le sensazioni dei grandi maestri dell'impressionismo. Solo passeggiando tra le sale vuote e le atmosfere sospese di mondi remoti si potrà fare un confronto con l'opera originale dipinta ed esposta innanzi ai propri occhi. Non confondiamo l'atmosfera con l'emozione, l'artificio con la realtà. In ogni caso siamo aperti alla sperimentazione.

Pagina 14

Ancora Cattelan fa parlare di sé

L'ultima opera di Maurizio Cattelan fa parlare il mondo intero. Esposta all'Art Basel di Miami Beach si intitola Comedian (Comico) ed è stata venduta al valore di 120 mila dollari. La cosa ancora più sorprendente è che un altro artista l'abbia staccata dal muro , sbucciata innanzi ai presenti e mangiata in una performance conturbante: si trat di David Datuna.

Una sorta di opera nell'opera.

Datuna ora è chiamato l'Artista affamato d'arte. Cattelan non smette ami di sorprenderci: ricordiamo il dito medio in Piazza Affari a Milano sino alla statua di Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite od ancora al water ricoperto d'oro. L'artista padovano ha ulteriormente provocato il pubblico dichiarando di essere abituato a portare sempre con sé una banana proprio quando viaggia.

Cosa avrà voluto dirci? E' questione di Brand o di comunicazione Post -Concettuale? Sicuramente è un'accusa ad un processo di castrazione collettiva che gradualmente sta colpendo la civiltà moderna. La banana/fallo è stata appiccicata con del nastro al muro. Tra bizzarria, un misto tra follia e genialità ne avremo sicuramente ancora da vedere.

Il Periodico d'Arte. Via Genova 23 - 10126 TORINO
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia