Nona Uscita
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La Nuova normalità dell'arte
ART Pass
Effetti collaterali di un discorso perverso
PAGINA 1
PAGINA 2
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Pennsylvania (U.S.A.)
Fallingwater (Casa Kaufmann)
Berlino
(Germania)
Nationalgalerie
Why Are You Angry?A Berlino partirà il 25 marzo 2022 la mostra retrospettiva di Paul Gauguin concentrandosi sull'opera del maestro francese che a partire dal 1891 lasciò sua moglie tentando di ricominciare il proprio percorso esistenziale sino a cambiare stile di vita e connotazioni pittoriche.
Da qui il suo percorso spirituale che non solo lo allontanò dai suoi cinque figli ma anche dalla capitale dell'arte Parigi: un impulso primitivo che lo spinse ai margini delle colonie francesi sino alla Polinesia in cui visse tra una cosa e l'altra sino alla fine dei suoi giorni.
Ad un suo amico Odilon Redon, pittore simbolista scrisse:"...ho deciso di andare a Tahiti per finire là la mia esistenza. Credo che la mia arte, che voi ammirate tanto non sia che un germoglio e spero di poterla coltivare laggiù per me stesso allo stato primitivo e selvaggio. Per far questo mi occorre la calma: che me ne importa della gloria di fronte agli altri! Per questo mondo Gauguin sarà finito, non si vedrà più niente di lui" Questa lettera/testamento dichiara le intenzioni artistiche dell'artista primitivo che aveva fatto una scelta che avrebbe trasformato il suo destino: dopo il banchetto con i suoi amici pittori presso il Café Voltaire di Parigi partì alla volta di Tahiti.
Frank Lloyd Wright fu il creatore della Casa sulla Cascata realizzata tra il 1936 ed il 1939 a ridosso della seconda guerra mondiale. La villa rispecchiava i presupposti dell'architettura organica ovvero un concetto di armonia tra l'essere umano e la natura mantenendo equilibrio strutturale tra l'habitat naturale e quello artificiale. Niente di più contemporaneo!
Così Wright intendeva la confluenza della progettualità secondo la quale la mera ricercatezza estetica veniva bandita in nome del concetto di organwerk di stampo funzionalista in antitesi con i principi razionalisti messi in campo dall'International Style e dal Movimento Moderno.
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Donna tahitiana con fiore
(1891).Olio su tela
PAGINA 3
VINLAND
di Andrea Domenico TariccoSaga norrena
Già da diversi anni mi sono cimentato con la saga vichinga di VINLAND. Strutturata in tre libri racconta le gesta dei fondatori di quella colonia di guerrieri che partirono alla volta degli oceani settentrionali superando diverse insidie sino ad approdare in Island e successivamente in Groenland: da qui le vicissitudini porteranno la discendenza di Erik il Rosso verso l'ignoto per sfuggire alle guerre epiche del Nord e portando con sé la leggendaria Lancia di Longino ovvero quella che aveva trafitto il costato di Gesù. Secondo i cronisti del tempo chiunque avesse posseduto quell'oggetto sacro avrebbe potuto comandare mille eserciti: varcò le colonne d'Ercole sino ad approdare in Vinland circa cinquecento anni prima della scoperta di Cristoforo Colombo.
Storia, mito e leggenda di amalgamano creando un tessuto narrativo
semplice e coinvolgente approfondendo allegoricamente significazioni profonde. Il Libro Primo. I Dragoni rossi definisce la situazione di partenza facendo calare il
lettore negli usi e nelle abitudini norrene descrivendo divinità e strutture
sociali quasi come se fossero di uso comune.
Il Libro Secondo. Il Re dei Ghiacci approda invece nel vivo della questione politica di tanti regni vichinghi in guerra tra loro per il possesso del Nord spingendo i protagonisti a trovare una propria collocazione.
Il Libro Terzo. La Lancia di Longino infine stabilisce la scelta di una stirpe di andare oltre il mondo conosciuto e sarà là che verrà scoperta la Terra del Vino e dell'Abbondanza.
In tutto questo fa da sfondo la leggendaria reliquia cristiana che un gruppo di mercenari vichinghi portò dalla Terra Santa sino poi ad approdare in occidente raggiungendo le terre in cui il sole tramonta.
Saga avvincente che nasconde caleidoscopicamente verità ancestrali di realtà perdute in cui il valore dell'uomo era comparato alla sua forza ed al suo eroismo; un mondo che non ammetteva la fragilità e la debolezza; un mondo in cui gli déi sceglievano gli eroi per compiere il destino del mondo.
PAGINA 4
Il Post-Umano
Orwelliano
Il Grande LABORATORIO SOCIALE
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Dopo vent'anni ieri notte ho riletto per la terza volta "Animal farm" del genio ribelle George Orwell. Un testo profetico concepito nel 1944 e pubblicato nel '45 fondato sulla struttura dei tempi che stiamo vivendo.
Un testamento letterario insomma che anticipava l'altro capolavoro elaborato nel 1948 capovolgendone i numeri finali in "1984" (anche questo letto e riletto). Eppure "Animal farm" l'ho ripreso in questi tempi difficili al di là del celebre "Nineteen Eighty - Four". Romanzo distopico?
Fantascienza o novella allegorica? Nessuna etichetta:
fuori da ogni genere; assolutamente oltre. Orrore realistico di un mondo alla
deriva determinato dal puro calcolo delle probabilità e dall'osservazione delle
abitudini comportamentali del genere umano portate simbolicamente ad estreme
conseguenze. L'incubo
stalinista nel primo come di un regime ultra-nazista del secondo in cui le
conseguenze sono il controllo, la schiavitù e la perdita della LIBERTÀ.
Totalitarismo, psico-regime e super-tecnocrazia becera. La "Fattoria degli animali" è l'antefatto di "1984" ovvero una sorta di prologo compositivo per giungere alla visione di un mondo distorto dall'egoismo umano. L'uno necessita dell'altro per sfiorare il concetto post-umano dell'autore.
Cosa resta di noi? Oltre l'uomo la burocrazia, la miseria dello spirito. La morte vivente. Per chi non lo avesse letto non è ancora tardi. L'invito ad aprire la mente non è mai SPRECATO.
Otre la "Fattoria degli animali" entro cui viviamo potremmo proseguire con "1984" sprofondando nel tecno- inferno in cui l'occhio del Grande Fratello non ci perde mai di vista.
Forse in questo modo affineremmo il nostro spirito critico verso una realtà parallela in cui in un modo o nell'altro siamo finiti: ci troviamo ahimè a fare i conti concretamente con noi stessi in questo mondo afflitto dalla paura e dall'odio. Eppure i contemporanei non riescono a vedere ciò che realmente li circonda.
Nel grande laboratorio sociale siamo cavie perpetue destinate ad essere manovrate dall'esperimento in corso. Sta solo ed esclusivamente a noi prendere atto della verità: quantomeno comprendere di essere responsabili di tale abominio ed in questo senso etico riappropriarsi dello spirito critico e della dignità intellettuale.
E la lettura di questi testi rappresenta il primo stadio del risveglio della coscienza.
PAGINA 5
La VETRINA
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Francesco Rosina: Concedersi (2018) tecnica mista
La VETRINA affronta un artista complesso per quanto diretto e concreto: Francesco Rosina. Con lui entriamo nella fase classica della Rinascenza mediante in Mutazionismo. La prima maniera detta ibridista affronta un espressionismo simbolico veicolando la massificazione pop del linguaggio pittorico secondo i canoni di una gestualità formale finalizza ad una riflessione più profonda. L'immediatezza esecutiva cristallizza un sentimento represso e lo porta in superficie trovando negli osservatori dei complici eccezionali. La sua è per eccellenza una forma di pittura intimista atta a descrivere le angosce di una civiltà smarrita in cui i valori sono rapidi e fugaci in proporzione ai mezzi comunicativi che ne danno solo l'impressione; questa illusione di offrire qualcosa, un servizio ai propri consumatori in verità sazia momentaneamente un'aspettativa generata dagli stessi media che l'hanno innestata nel tessuto sociale grazie al perpetuo bombardamento pubblicitario. Rosina va più in là di questi stereotipi.
Connotazioni che lo immette direttamente nel gruppo di Cyber artisti
inseriti nel racconto meta-artistico che avverrà durante il prossimo passaggio
dell'asteroide 99942 Apophis: secondo questo presupposto narrativo verrebbe
costruito lo spazio RC3 meglio progettato come Seraféo; siamo lieti di esporre
su RC3 i suoi lavori: https://rc3.jimdosite.com.
PAGINA 6
Il Teatro senza Spettacolo
Il teatro di Carmelo Bene era il non teatro, il non luogo per eccellenza in cui disfare attraverso l'attore il pubblico e la realtà delle finzioni: "...un non-luogo soprattutto, quindi è al riparo da qualsivoglia storia. E' intestimoniabile. Cioè, lo spettatore per quanto Martire, testimone, nell'etimo [da martyr], per quanti sforzi possa compiere lo spettatore, dovrebbe non poter mai raccontare ciò che ha udito, ciò da cui è stato posseduto nel suo abbandono al teatro".
Questa destrutturazione del teatro/non teatro consentiva a Carmelo Bene di massacrare letteralmente i testi della tradizione dotta e consacrarli ad una revisione intellettuale, filosofica, artistica.
Era infatti contro il teatro di Testo che lui definiva di scrittura di scena secondo cui ripetere i testi sarebbe stato inutile e goffo: il testo per Carmelo Bene era spazzatura e l'attore aveva il sacro compito di trasformarlo, piegarlo, annientarlo per vincere la prigionia dall'oppressione della poesia a memoria e far prevalere la libertà interpretativa dell'autore/attore.
In altre parole l'Artefice deve entrare in un conflitto cosmico che influenzerà demiurgicamente il pubblico mentre gli intrattenitori, gli imbonitori, i trovarobe riempiranno i vuoti dello spettacolo.
Questa frammentazione del testo, del linguaggio, la ristrutturazione dell'attore, del teatro di regia spinge l'intellettuale ad attaccare i valori della società aggredendo con rabbia catartica i resti di una cultura asservita ai poteri forti.
Da Ruggero in avanti lavora incessantemente realizzando il Teatro Laboratorio sino al concepimento di Nostra Signora dei Turchi e successivamente Credito Italiano. Lo ammiriamo in Pinocchio ed in rimescolamenti di opere che sradica e neutralizza dal testo originario.
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Nel 1988 venne nominato direttore artistico della Biennale di Venezia suscitando non poche polemiche che scardinarono in querele e controquerele. Erano anni comunque in cui la cultura in Italia era rispettata anche e soprattutto se entità di spicco come il maestro Bene osava contrapporsi all'ordine delle cose.
Sappiamo che per tre anni andò al lavorare in Russia ma già al suo tempo aveva da dire: "...oggi lo Stato dello Spettacolo è in mutande: per sopravvivere ad ogni costo, minaccia contributi e sovvenzioni (una marea indiscriminata di sfaccendati che - "quasi" nessuno escluso - può giovare al teatro in un solo modo: togliendosi di mezzo=disoccupandosene)" . Con lui si chiude la Neoavanguardia del Nuovo Teatro Italiano.
PAGINA 7
Riflessi pandemico-globali sul mondo dell'arte e della cultura
L'anormalità
normalizzataGREEN
ART
Si parla in maniera indiscriminata di Nuova Normalità mentre l'economia globale sta cambiando vorticosamente assieme allo stile di vita, al modo di lavorare così come di interfacciarsi ai proprio simili.
Le grandi multinazionali si stanno arricchendo mentre interi settori del pubblico e del privato nell'area della piccola e della media impresa stanno colando a picco seguitando una strategia di impatto che ha valutato di sostituire il vecchio mercato con il nuovo e per far questo aveva bisogno di uno shock generale: il virus è diventato il nemico, il vaccino il suo antagonista ed il green pass lo strumento per spingere le masse a vaccinarsi e sconfiggere il male oscuro.
Non sono un politico e non parlerò di politica, non sono un economista e non parlerò di economia tantomeno un medico e non parlerò di medicina. Resto nell'ambito giornalistico e basandomi su fonti, documenti ed agenzie provenienti dai dati medici, politici ed economici diffusi pubblicamente in rete e consultabili da tutti mi limiterò ad estrapolarli commentandoli e piegandoli al mio giudizio critico che non ha nessuna inclinazione verso orientamenti destristi o sinistristi, sia chiaro ma solo ed esclusivamente indirizzati al concetto di verità e trasparenza.
Il fatto è che a prescindere dall'origine ambigua di questo virus (sviluppatosi casualmente in un mercato cinese di Wuhan o fabbricato volontariamente da potenti imprenditori che ne valutavano un profitto radicale) dobbiamo considerarne gli effetti e cioè da una parte la corsa ai vaccini (anche se sarebbe più corretto definirli dispositivi genici sperimentali provenienti da diversi laboratori che come dimostrato dai dati ossessivamente fornitici dal Mainstream perderebbero l'effetto dopo sei/nove mesi costringendo le persone a ripetere le dosi mediante i richiami); mentre dall'altra la necessità del Green Pass (finalizzato a controllare la salute pubblica mediante i dati telematizzati dell'individuo).
Sì perché alla fine si tratta di trasformare i dati personali delle persone (carta d'identità, codice fiscale e presto carte di credito) garantiti dal rispetto della privacy a schemi regolati dall'Intelligenza Artificiale capace di interfacciarsi con il singolo individuo che verrà controllato su qualsiasi scelta personale, transazione economica o di movimento. In altre parole vaccinandosi un individuo pur di mantenere intatti i suoi dati greenpassati sarà disposto a farsi costanti e continue dosi di vaccino persino a pagamento interconnettendosi al Big System di controllo che automaticamente lo renderà idoneo o meno in relazione alle scelte che costui vorrebbe compiere (magari non entrerà a cinema perché una bolletta è scaduta o perché a sua insaputa ha ricevuto una multa). Questa non è fantascienza o complottismo: i nostri figli vivranno tutto questo e sopporteranno i paradossi di questa nuova realtà o normalità: loro che sono perennemente incollati ai cellulari neanche opporranno resistenza poiché avranno del tutto smarrito qualsivoglia spirito critico. Soprattutto in Italia secondo il Financial Time le reti televisive ed in testa quelle private a partire dalla fine degli anni '70 avrebbero favorito a distruggere il tessuto culturale del Paese.
Il che è vero: la cultura, i luoghi di intrattenimento e l'arte, fanalino di coda di questo mondo in lento declino stanno agonizzando perdendo progressivamente lo slancio creativo e educativo. Sono caduti i miti e le credenze sono offuscate ed appiattite dal dio denaro. L'obiettivo è stato quello di indottrinare le masse mettendo gli uni contro gli altri e giungendo a nuove forme di discriminazione sociale.
Pensiamo all'arte: come già affrontato altrove mentre le piccole gallerie d'arte già precedentemente snobbate hanno abbassato definitivamente le serrande i grandi musei o le ricche fondazioni hanno continuato imperterrite ad essere rifornite di denaro spingendo alla tecnologia, al 3D, alle opere impalpabili o robotizzate. Mentre avveniva questo le aste online caldeggiate da Sotheby's, da Christi's e da Phillips hanno continuato a vendere a prezzi maggiorati. Non solo: gli artisti sconosciuti sono caduti nell'oblio e quelli già quotati come Banksy celebre comunicatore oltre che illustratore hanno fatto salire i loro lavori alle stelle. Mercati che hanno risvegliato i colossi asiatici dal letargo del comunismo e che ora compreranno tutto ciò che riterranno di loro gusto. La situazione del patrimonio culturale si affianca dunque alle esperienze virtuali in cui seguendo gli interventi di collezionisti, di stakeholder del mercato dell'arte così come di esponenti del Wealth management conosciuti in questi anni di lavoro.
Ho compreso la gravità di questo momento storico che sacrifica tutto il superfluo ed il grande stimolo per coloro che gestiscono proficui patrimoni. Contrariamente a quanto affermato spero che si realizzi una tesi di Ugo Nespolo: ...penso che ci sarà un grosso mercato per le opere che costano poco, per i giovani, per le persone che si affacciano a questo mondo. Però ci vuole l'entusiasmo di chi crede nell'arte. Chi guarda le opere d'arte, non guarda soltanto al valore ma cerca anche qualcosa di più". Questa green art è lo specchio di un tempo mutato: file di persone mascherate, interconnesse ai propri tablet mentre attendono distratte il loro turno per entrare in musei dalle realtà aumentate.
PAGINA 10
Punto critico
A.N.G.A.M.C.
La società distratta
Sembra ieri quando all'indomani della Festa della Donna del 2020 scattava la prima quarantena per la diffusione globale del Covid-19.
Con il termine improprio lockdown tutta l'Italia è stata segregata in casa fino a metà maggio:scene inquietanti di un eterno giorno di festa con città deserte, droni, forze dell'ordine ed immagini televisive che descrivevano il numero dei contagi in costante crescita, camionate di morti e paura nell'attesa che tutto ciò avesse fine. Quando le attività ripresero nella pausa estiva sembrava che il pericolo fosse oramai scampato ed invece no: dai primi di novembre alla fine di gennaio la seconda ondata con l'utilizzo delle zone rosse, arancione e gialle spinsero a
credere che fossimo in grado di gestire la pandemia.
Eppure ricorderemo che proprio durante le feste natalizie in lockdown avevano
diffuso le immagini delle prime 9750 dosi di Pfizer-Biontech scortate in Italia
dal Belgio attraverso il Brennero.
Dopo un mese di attività ecco la terza ondata dai primi di marzo a fine aprile: otto mesi di chiusura in tutto ed ora aleggia come ricatto la quarta ondata nonostante la collaborazione di oltre l'80% degli italiani che ha accettato la vaccinazione come rimedio contro la malattia pur di evitare le restrizioni come per coloro che non la accettano.
Intanto siamo in grado di servire dati Istat: oltre
settantatremila imprese sono chiuse di cui diciassettemila non riapriranno più.
Questo è solo il principio per un andamento che vede a rischio il 45% della
piccola e media impresa: arriveremo entro breve a tre milioni di disoccupati
mentre i semafori sociali mutano e dividono l'opinione pubblica su tematiche
ininfluenti. Mauro Stefanini presidente dell'ANGAMC spiega che la situazione è
gravissima poiché oltre il 45% delle
gallerie d'arte italiane rischia di chiudere ed è sconcertante il silenzio del
governo. Sembra che della cultura non importi a nessuno: la società distratta
esegue gli ordini impartiti dagli indottrinatori restando passivi innanzi allo
scempio.
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Cinema
The Circle
Sulla scia di The Truman Show (1998) il film The Circle del 2017 narra la storia della giovane Mae Holland che seguendo la sua migliore amica desiderosa di fare carriera entra nel Campus di The Circle una società a metà strada tra social media, network e civiltà tecnologica che via via entra nella sua vita sino ad annullarle del tutto la propria privacy.
Magistrale l'interpretazione di Emma Watson che tenta ad un certo punto di combattere il pericolo di un programma chiamato Soul Search che intercetta qualsiasi persona e la filma rendendo pubblica la sua esistenza.
Alla fine smaschera il creatore di questo abominio (Tom Hanks) rivelando i loschi piani di controllo che serbava con il suo collaboratore. Il film è il riadattamento di un romanzo del 2013 scritto dallo statunitense Dave Eggers il quale aveva esordito nel 2002 con L'opera struggente di un formidabile genio ametà strada tra autobiografia e fantasia.
PAGINA 11
Coincidenze significative
L'eterno ritorno
ARTE=VITA
Pensavo alla vastità del cosmo in cui tutto è nell'uno, muore e rinasce seguitando cicli temporali fissati e destinati a ripetersi eternamente. Parallelismi involontari determinati da questa sorta di déjà vu cognitivo stabilito dalla sensibilità, dalla conoscenza, dalla casualità vissuto del soggetto pensante. Ero assorto in me.
Tornavo infatti da una estenuante risonanza magnetica ed avevo bisogno di camminare, di smaltire lo stress a cui ero stato sottoposto alle prime luci dell'alba. Ero stanco, stordito, infreddolito e valutavo il vuoto cosmico che separava me dal resto delle cose rendendomi un forestiero tra la miriade di individui che distrattamente si recavano a lavoro, tra i palazzi maestosi, il traffico cittadino, la routine insomma.
Non sentendomi parte di quel moto vorticoso, della catena di montaggio del progresso, della fretta scandita e ritmata tra un semaforo e l'altro decisi di rallentare spingendo lo sguardo oltre le apparenze concentrando, dissociando, riformulando lo stato delle cose. Nietzsche aveva formulato queste idee proprio per queste vie di Torino quando tra il 1888 e 1889 tentava di reprimere un esaurimento: eppure smisi di vedere tanto per vedere e guardai davvero dove fossi in quel momento.
Ed ecco proprio davanti a me l'immagine di quell'edificio all'angolo che ha istantaneamente riportato la mia memoria ad un celebre dipinto che sin da giovane mi aveva colpito per il suo distacco percettivo: avevo infatti nella mente l'edificio del quadro posto a sinistra e sullo sfondo affacciato trasversalmente su due vie e le persone in primo piano a destra affaccendate tra gli ombrelli per mettersi al riparo dalla pioggia minacciosa.
Sensazioni di fretta, paura, fastidio. Ed ecco la relazione assurda tra spazi e tempi distanti riuniti in qualcosa di assurdo. L'eterno ritorno appunto: a sinistra uno scorcio cittadino di "Torino al bivio: passeggiando in un freddo mattino"(2021) impressione fotografica di un momento del mio percorso esistenziale; a destra un dipinto di Gustave Caillebotte (1877) intitolato "Parigi in un giorno di pioggia" impressionismo pittorico conservato all'Art Institute di Chicago.
Poi l'abisso ed eccomi nuovamente qui, tra queste vie, tra questi sconosciuti a cercare la verità delle cose, la strada che porta alla gioia ma che alla fine reca all'anima solo la desolazione ed il vuoto.
E proseguii per il dedalo di strade cercando quella verso Itaca.
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PAGINA 12
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LIBERTÀ,
la cura
Cara televisione,
sono un giornalista freelance e mi domando: possibile che a reti unificate i telegiornali, i notiziari ed i programmi televisivi non parlino affatto delle manifestazioni pacifiche per la libertà diffuse spontaneamente nelle grandi città italiane ed europee così come vengano omesse teorie scientifiche antitetiche a quelle ufficiali? La LIBERTÀ è il diritto universale di ogni essere vivente che ha il dovere imprescindibile di reclamare al di sopra di ogni cosa per la dignità d'esser tale.
Si parla dei corridoi umanitari in Afghanistan o dell'aumento dei contagi con le immagini costanti di braccia in cui viene inoculata la salvezza.
Di Olimpiadi e di competizioni sportive così come di corridoi d'ospedale e di temperature in aumento. Ma del nostro Paese? Dei giovani disoccupati, seduti a prendere redditi di cittadinanza in fila e mascherati davanti ai cellulari? Cosa resta della Democrazia se ad alcune minoranze di questa democrazia globalizzata non è concesso di esprimere la propria visione del mondo? Tanto parlano gli esperti, i prezzolati che fanno gli interessi dei poteri forti, il solito gruppo di commedianti che per non perdere nicchie proficue di adesioni sostengono ad esempio di essersi vaccinati ma di appoggiare i no Vax e non considerarli dei reietti.
Insomma è comodo stare con il piede in due scarpe oppure seguitare il libretto delle istruzioni impartito dai Neoliberisti d'Europa che dal 2027 richiederanno indietro con gli interessi i prestiti tanto caldamente elargiti in fase Sindemica. Le emarginazioni e le differenze sociali hanno vituperato la democrazia.
Virus, vaccini e green pass sono all'ordine del giorno: nessuna imposizione ma l'indottrinamento è costante e chi non cede sarà l'Untore anche se vaccinati e non vaccinati (come ammettono gli stessi virologi) sono egualmente portatori del nemico invisibile fatto di paura e odio. In questa guerra dei poveri sono riusciti solo a mettere gli uni contro gli altri.
Vincete la paura quindi: la televisione è solo marketing, spegnetela se siete in tempo; spegnete la televisione e sarete guariti!
PAGINA 13
Surrealistica MENTE
Una Legge è una verità imprescindibile, una giustizia invece è solo momentanea quindi un paradosso.
Disse Dalì': "Non aver paura della perfezione tanto non la raggiungerai mai ". Nulla di più falso: credo invece che sia proprio la fragilità a contraddistinguere questo bipede disceso dagli alberi che con il tempo ha avuto modo di scoprire il metodo per accendere il fuoco e di raggiungere le stelle. Sì, anche se mortali per quanto piccoli ed insignificanti in questa vastità esprimiamo il lampo di una intelligenza evoluta e per questo perfetta. Una perfezione momentanea ovviamente eppure perfetta nella sua aggregazione espressa unicamente nell'arco di tempo che intercorre tra un Big Bang e l'altro.
Ergo, temetela pure questa perfezione costantemente mutevole! Cambia sempre.
Ecco dunque i presupposti di una verità inequivocabile: ovvero la Natura a cui l'artista come un medium aspira mentre i canoni relazionali determinati dalla vita sociale a cui adempiono le azioni politiche, economiche e giuridiche mutano con l'evolvere delle società. Dunque aveva ragione Salvador Dalì nel sostenere che mai avremmo raggiunto la perfezione?
Arte del Fumetto
Walt Disney
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Walter
Elias Disney era di Chicago: discendenza inglese da parte paterna e la madre di
discendenza tedesca. Fece diversi lavori in gioventù come quello di venditore a
bordo dei treni. Lavorò presso un'agenzia pubblicitaria sino poi a collaborare
con Ub Iwerks, un animatore che con cui fondarono la Iwerks - Disney Commercial
Artists realizzando filmati pubblicitari
ed animazioni di poco valore.Da
qui il lavoro autonomo lo spinse a creare la Laugh -O - Gram Studio in cui
furono prodotti cortometraggi di ispirazione fiabesca: proprio nel 1922 ed
esattamente un secolo fa Disney assoldava disegnatori del calibro di Rudolf Ising,
Hugh Harman e Carman Maxwell sino al successivo trasferimento in California dal
fratello dove realizzò la Walt Disney Studio e sei anni dopo la Walt Disney
Productions.Furono gli anni in cui nacquero i grandi personaggi dei cartoni animati
e delle favole che fecero il giro del mondo. Ecco venire alla luce Topolino,
Paperino, Pippo, Pluto, Gamba di legno, Paperina...
Eppure durante il secondo conflitto mondiale il Dipartimento di Stato diretto da Nelson Rockefeller lo incaricò di produrre materiale propagandistico contro il nazismo e lo fece andare in sud America.
Secondo
recenti studi ebbe simpatie nascoste proprio per il nazismo affiliandosi alla
congrega massonica dell'Ordine DeMolay spingendo il personaggio di Mickey Mouse
ed altri ad indottrinare le leve tra i
dodici ed i ventuno anni.Nel
2004 pagarono oltre settanta milioni di dollari per concludere un processo che
li accusava di satanismo. Seguendo questo schema narrativo concludiamo che dietro
l'apparente innocenza di storie e personaggi per bambini si nascondessero
messaggi occulti e subliminali atti ad incantare, deviare, corrompere ciò che è
puro e senza scopi: l'obiettivo finale era quello di colpire ed iniziare il
subconscio collettivo.Alla
fine ideò Disneyland dove si fece costruire al centro del parco l'esatta copia
del suo vecchio salotto da cui poteva ammirare i bambini giocare nel parco.
Tra verità e fantasia, tra narrazione e documentazione alterata resta comunque centrale la magnificenza dei suoi personaggi entrati a far parte delle generazioni del secolo precedente e di quelle in atto che non perderanno mai il loro connotato attrattivo fondato sulla bellezza e l'innocenza delle situazioni.
PAGINA 14
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Napoli
e dintorni:
Made in Italy
JAGO
Jacopo Cardillo è un giovane scultore del 1987 che dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Frosinone si iscrive all'Accademia di Belle Arti che non porta a termine perché non stimolato dalle istituzioni che lo soffocavano creativamente.
Eppure i meriti vengono subito dopo: selezionato dal prof. Sgarbi e convocato dal Pontificato da cui riceve una Medaglia espone in Italia e nel mondo. Pensiamo ad Habemus hominem in cui mette a nudo il papa emerito che combatté il potere della finanza e dell'informazione: esprime il Ratzinger tornato tra gli uomini. Infine la Pietà che è stata esposta sino a febbraio presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma in cui realizza un uomo che stringe a sé la cosa più cara esprimendo il dolore estremo.
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Critica della critica
EFFETTI della crisi pandemica
Il SISTEMA ARTE:
Trasformazione o morte?
La fine della critica militante
Ciò che resterà di questo periodo turbolento sarà raccapricciante: le generazioni che verranno vedranno immagini, leggeranno dichiarazioni di esperti, tecnici e addetti ai lavori di ogni settore da far accapponare la pelle. La scienza ha mostrato il suo lato debole perdendo il criterio ed il giudizio; la politica del resto è stata passiva a guardare le scelte dettate dai poteri forti ed extranazionali; non parliamo dell'informazione che ha seguito la scia del padrone.
Non dimenticheremo mai le immagini di cortei violenti, di persone mascherate e posizionate a scacchiera ed in fila per vaccinarsi od i reclusi che hanno scelto volontariamente di disobbedire all'ordine pubblico e di conseguenza sono stati emarginati. Mai avremmo pensato di assistere nella contemporaneità a tutto questo. Milioni di morti, di malati, di disadattati. E l'arte?
L'ultima ruota del carro. Intere schiere di critici, di artisti, di galleristi ed appassionati hanno cambiato il loro modo di relazionarsi al complesso Sistema Arte già potenzialmente in crisi da tempo immemorabile nel nostro Paese.
La perdita di punti di riferimento, di canoni estetici e di valori sociali squilibrano definitivamente il tessuto culturale causando l'intolleranza ideologica tra esponenti di concezioni differenti e mettendo in ginocchio il sistema galleristico, fieristico ed espositivo a cui eravamo tradizionalmente educati.
Il Sistema Arte ha ceduto al vile denaro (forse è sempre stato così) solo che ora è più che mai evidente: gli artisti continueranno a dipingere, ad imbrattarsi, a sperimentare guardando fuori, cercando dentro od ispirandosi a maestri, copiando, rubando, trasformando.
Eppure un sistema privo di ideologie ha annientato l'avanguardia ideologica e conseguentemente il ruolo del critico spesso è stato messo alla stregua dell'organizzatore di mostre così come dei curatori che dovrebbero invece stabilire delle direttive strutturali entro cui far muovere gruppi di artisti e là fermentare movimenti, gruppi pittorici e personalità.
Esiste ancora il dibattito intellettuale? Dove è finita la critica militante che stabiliva parametri ideologici generando nuove correnti culturali?
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Kapoor e la spiritualità materiale
Anish Kapoor è uno scultore britannico nato in India ed esattamente a Mumbai nel 1954. Appassionato d'arte sin da giovane si ispirò a Duchamp spingendo gli archetipi della sua cultura incontro a quelli di un occidente in trasformazione: a circa vent'anni si sposta in Inghilterra spingendo la creazione in direzione di una visione Postminimalista a metà strada tra il Neoespressionismo e la Land Art.
Su questi presupposti ecco emergere tra il 2004 ed il 2006 il Cloud Gate la scultura in acciaio inossidabile posta nel Millenium Park di Chicago.
Detta dalla gente del posto The Bean (il fagiolo) esprime la leggerezza di un materiale pesante un po' come faceva Bernini con il marmo: il suo obiettivo è da una parte consentire alle persone di accedere alla scultura/edificio come struttura a specchio che rifletta mediante la distorsione lo Skyline (l'orizzonte urbano) della città dall'altra invece nella parte inferiore valorizza l'Omphalos (ombelico) nel quale seguitando i riflessi delle linee curve è possibile rispecchiarsi infinite volte.
Si tratta quindi di una scultura vivente, fluida, dinamica che interagisce con il visitatore traslando la luce perennemente diffusa intorno.
La caratteristica privilegiata di Kapoor consiste nello stravolgere il senso della percezione attraverso l'ausilio di materiali non convenzionali rimescolati tra loro tendendo quindi al superamento dei limiti individuali per sconfinare nelle dimensioni ultra-umane.
La sua ricerca dell'ignoto, dell'ambiguo, dell'emozione lo spinge ancora più in là tendendo ad alleggerire quanto è solido od appesantire quanto è leggero ridefinendo le connotazioni concrete del mondo materiale alla ricerca di una nuova spiritualità.
In altre parole sembra quasi che Kapoor sia in tensione con la materia attraverso la quale desidera dialogare piegandola al proprio senso e traslando l'impatto iniziale in una sorta di simbiosi che lo conduce ad una ritrovata conoscenza di ciò che sembrava perduto.
Contemplazione attraverso le cose e mistica dei valori psichici ottenuti
con il silenzio e la ricerca: in lui il concavo ed il convesso, il pieno ed il
vuoto definiscono un approccio ad uno stato dell'essere consentendo quindi una
relazione tra l'individuo ed il cosmo
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Cloud Gate presso Millenium Park di Chicago